Alpecin-Deceuninck, l’iridato U23 Axel Laurance pronto alla nuova avventura nel WorldTour: “Penso che in questa squadra avrò lo spazio per esprimermi e questo per me è importante”

Axel Laurance si prepara a vivere la sua seconda avventura tra i professionisti con la Alpecin-Deceuninck. Il 22enne transalpino aveva già infatti trascorso una stagione tra i grandi nel 2022, tra le fila della B&B Hotels-KTM, ma l’improvvisa chiusura della compagine transalpina al termine dello scorso anno l’ha costretto a fare un piccolo passo indietro in questo 2023 malgrado i buoni risultati ottenuti, tra cui una vittoria di tappa alla CRO Race e il secondo posto alla Bretagne Classic 2022 alle spalle di Wout Van Aert. In questa annata, quindi, il classe 2001 ha militato nella categoria Continental nella formazione di sviluppo della Alpecin, ma nonostante questo è riuscito a mettersi in evidenza ottenendo qualche successo, diversi piazzamenti e, soprattutto, conquistando il titolo iridato tra gli Under-23, risultati che gli hanno dunque aperto le porte della prima squadra.

Laurance valuta quindi positivamente questo suo 2023 in un team che non gli ha permesso di correre nel WorldTour, ma che gli ha consentito di crescere con calma e ottenere dei risultati: “Il progetto della squadra di sviluppo della Alpecin mi è piaciuto e mi sono detto che era la scelta giusta.  – ha dichiarato il francese a Vélofuté – Ho un profilo di corridore che mi richiede di ottenere risultati. Se non lo faccio, cado rapidamente nell’anonimato e rischio di restare confinato nel ruolo di gregario. Anche se avevo fatto una buona stagione, è stato più facile trovare il mio posto in una squadra più piccola. Il mio obiettivo era vincere le gare per continuare il mio sviluppo, piuttosto che ritrovarmi nel WorldTour come gregario e avere le mie occasioni tre volte all’anno”.

La scelta si è quindi rivelata giusta, tanto che poi il 22enne ha conquistato il Mondiale U23 a Glasgow: “Per me questo è un vero traguardo. È una maglia così difficile da conquistare, indipendentemente dalla categoria. Hai pochissime possibilità di farcela nella carriera, quindi riuscire a mettere tutto insieme nel grande giorno è stato incredibile. Stessa cosa a livello di emozioni, più passa il tempo più mi rendo conto della grandezza della performance”.

L’ex B&B Hotels-KTM ha poi descritto che tipo di corridore è: “Mi vedo come un corridore che sprinta più veloce dei veri puncheur, ma che supera le asperità meglio di un velocista puro. Sono tra i due, ma questo dovrebbe aprirmi delle opportunità nelle gare. So che nelle gare troppo dure devo ancora migliorare in salita per potermi giocare la vittoria. Oggi, dove ho le mie migliori possibilità è in uno sprint di 30-40 corridori. Penso che in questa squadra avrò lo spazio per esprimermi e questo per me è importante”.

Non sono né Evenepoel né Pogacar, so che non potrò fare cose straordinarie ed essere più forte degli altri da un giorno all’altro – ha proseguito Laurance – Ci sono tanti giovani molto forti, il livello è altissimo. Sto ancora cercando il mio posto a questo livello. Cerco di fissare obiettivi alla mia portata. Certo, sono arrivato 2° nella mia unica gara del WorldTour (la Bretagne Classic 2022, ndr), ma se avessi fatto un’intera stagione nel WorldTour, la gente mi avrebbe visto molto meno. Per il momento non sono in grado di entrare nella top-10 ogni fine settimana nel corso di una stagione. Devo essere ragionevole, soprattutto perché il livello aumenta ogni anno”.

L’obiettivo per il 2024 è quindi quello di fare esperienza e cercare di migliorarsi: “Vorrei partecipare a gare come le Strade Bianche, per scoprirla e fare esperienza. Magari fare anche un Grande Giro, sarebbe una buona cosa per la mia terza stagione. E poi scoprire le gare più importanti del WorldTour e fare risultato nelle gare ProSeries. Nel WorldTour, se avrò buone giornate, tenterò la fortuna, ma non mi metto alcuna pressione. Vorrei anche scoprire le classiche fiamminghe impegnative. Non la Parigi-Roubaix, è troppo dura, ma i muri in pavé mi si addicono meglio. Allora perché non fare queste gare, e anche le Ardenne come Liegi o Amstel, difficili ma che finiscono in pianura. Poi ovviamente le classiche come la Milano-Sanremo. Nel corso degli anni vedrò dove posso vincere o meno“.

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