Giro d’Italia 2019, Roglic inizia col piede giusto: “Felice della prova e di quanto ho guadagnato sugli avversari”

Primoz Roglic ha iniziato con una grande prestazione il suo Giro d’Italia 2019. Accreditato dei favori dei pronostici alla vigilia della cronometro inaugurale, il capitano del Team Jumbo-Visma ha fermato le lancette sul tempo di 12’54” facendo meglio di tutti nel tratto in pianura e continuando a guadagnare sugli avversari anche lungo la salita di San Luca. In attesa dell’arrivo di Simon Yates (Mitchelton-Scott) e della possibilità di indossare la prima Maglia Rosa della corsa, lo sloveno ha già fatto meglio di tutti i rivali per la vittoria finale infliggendo 23” a Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida), 28” a Miguel Angel Lopez Moreno (Astana) e Tom Dumoulin (Sunweb) e oltre 1′ a Mikel Landa (Movistar). Per il vincitore del Giro di Romandia un’ulteriore conferma di una condizione eccellente.

“Siamo contenti – ha dichiarato subito dopo l’arrivo – è andata bene ed ho finito in crescendo e sono molto felice per la prestazione di oggi. Ho dato un’occhiata ai tempi degli altri, ma deve finire la prova prima che possa esprimermi. Sono comunque soddisfatto di quello che ho visto e di quanto ho guadagnato. Ho fatto la ricognizione qualche ora prima della prova e ho provato a guardare tutti i punti con attenzione. Non c’era molta tattica da fare, il percorso non era così tecnico e si trattava di spingere. La prima Maglia Rosa? Dobbiamo aspettare. Non so dove abbia fatto la differenza, ho provato a partire forte e ha mantenere la velocità fino all’arrivo. Il vento? La prima parte era coperta dalle abitazioni, ma quando è rimasta scoperto si notava. Sono in buona forma negli ultimi giorno e l’ho confermato”.

Tornato nuovamente a parlare subito dopo l’arrivo dell’ultimo atleta in gara, e a Maglia Rosa ormai acquisita, Roglic si è così espresso: “Ho aspettato tre ore, ma ne è valsa la pena. Tre anni fa ad Apeldoorn accade la stessa cosa, ma ci andai soltanto vicino. Sei anni fa sarebbe stato inimmaginabile un traguardo del genere, ma ho lavorato tanto per raggiungerlo”.

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