Tokyo 2020, Cassani analizza il percorso: “Bello e impegnativo. Corsa particolare, con un caldo atroce”

Davide Cassani commenta il circuito Olimpico. Il cittì azzurro è volato in questi giorni in Giappone per studiare il percorso dei Giochi di Tokyo 2020, sul quale si terrà la tradizionale preolimpica il prossimo 21 luglio. Una ricognizione importante da parte del coordinatore delle nazionali, per il quale c’è anche la necessità di studiare la logistica dell’intera disciplina. Il verdetto dell’ex commentatore RAI, che in maglia azzurra corse non troppo lontano da qui il mondiale di Utsunomiya (in cui Gianni Bugno conquistò il bronzo prima della doppietta a Stoccarda e Benidorm), è di una “corsa particolare”, non solo dura da un punto di vista altimetrico, ma che sarà complicata da “un caldo atroce a causa dell’umidità”.

Come sempre, Cassani è dettagliato e meticoloso nel presentare il percorso “bello e impegnativo” alla Gazzetta dello Sport: “I primi 50 chilometri sono in pianura, poi si rientra su Tokyo. Lì comincia una strada che in una trentina di chilometri sale dai 300 ai 1.100 metri. È una salita molto dolce. Discesa di 3­4 km in mezzo ai monti, fino al lago di Yamanakako, svolta a destra e inizia una salitella di 2 km, che somiglia ai Giovi. Sei al Kagosaka Pass. Bella discesa facile e torni in pianura quindi, dopo 130 km dal via, inizi la salita verso il Monte Fuji Sanroku. Sono 12 km al 6-­7%, tutta abbastanza regolare. Il bello è… che è vietata alla bici. Normalmente è una strada a pagamento, con casello in entrata e in uscita. Dalla vetta mancano 95 km al traguardo. Discesa velocissima e arrivi al circuito automobilistico. Primo passaggio sotto il traguardo ai ­65. Giro completo, vallonato, e dopo il secondo passaggio si esce per andare a imboccare l’ultima salita vera, Mikuni: 6,5 km al 10,6% con punte al 12­-13. Al traguardo mancano 34 km”.

Il grosso sarà fatto, ma l’arrivo è ancora lontano e la corsa difficilmente potrà dirsi decisa a quel punto. “È il punto chiave, ma è un po’ lontano dall’arrivo. Questo però renderà la corsa più particolare […] Da quella salita verrà fuori il gruppetto che si gioca la vittoria. Da lì sarà un faccia a faccia”. Attenzione tuttavia a pensare che non ci siano altre difficoltà: a 20 chilometri dalla conclusione uno strappo di due chilometri, seguito da 11 di discesa, mentre nel circuito conclusivo c’è un’altra asperità che potrebbe rivelarsi decisiva. “Ai 1.800 parte una salita di 800 metri al 6­-7% che fa male, eccome“, conclude.

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