Israel-Premier Tech, il patron Sylvan Adams: “Ci chiamano ‘casa di riposo’? Non è un problema, se i corridori fanno risultati. Ma con Froome la cosa non sta funzionando”

Sylvan Adams è il patron della Israel-Premier Tech, formazione che al termine della scorsa stagione ha dovuto abbandonare la massima categoria ed è retrocessa fra le Professional. La squadra di licenza israeliana non ha comunque diminuito i suoi sforzi e nell’annata in corso ha saputo ottenere risultati pesanti, fra cui il successo di Mike Woods nella tappa del Puy-de-Dome al Tour de France 2023. Ai vertici della Israel-Premier Tech viene però spesso rimproverato il fatto di aver costruito un organico troppo “anziano”; lo stesso Woods ha 36 anni e in rosa, in questa stagione, ci sono anche Simon Clarke (37), Ben Hermans (37), Reto Hollenstein (38), Domenico Pozzovivo (40), Jakob Fuglsang (38), oltre a Daryl Impey (38), che si ritirerà a fine stagione, e Sep Vanmarcke (35), che ha però già chiuso la carriera a causa di un problema cardiaco. E poi, c’è Chris Froome, che di anni ne ha 38 e che non è più riuscito a tornare ai suoi livelli, dopo l’incidente.

“Ci chiamano casa di riposo? È una critica che ci può stare – le parole di Adams raccolte da CyclingNews – Quando siamo entrati nel WorldTour, nel 2020, non avevamo la struttura giusta, gli osservatori e tutto quel che serve per portare giovani talenti in squadra. Non tutti hanno la possibilità di prendere un Egan Bernal o un Tadej Pogačar, che arrivano e vincono. Quindi, abbiamo scelto di prendere veterani che avevano dimostrato di saper vincere. In alcuni casi ha funzionato, in altri no”.

Adams aggiunge: “Se i corridori maturi vincono, come hanno fatto Woods e Clarke, a me va bene. D’altronde, anche Geraint Thomas ha i suoi anni, ma è arrivato secondo al Giro d’Italia. Certo, con Froome questa strategia non ha pagato. Lui lo abbiamo preso precisamente perché volevamo essere della partita nelle classifiche generali dei Grandi Giri. Ma quest’anno non lo abbiamo neanche portato al Tour de France 2023 perché in stagione non aveva ottenuto i risultati necessari per essere selezionato”.

Il magnate israeliano non le manda a dire e punge il britannico, come già fatto in precedenza: “Penso che persino Froome possa ammettere che al momento non può essere considerato un uomo di classifica. In tre anni ha fatto solo una grande tappa sull’Alpe d’Huez, al Tour 2022, ma non c’è molto altro. Il suo contratto? Scade nel 2025 e noi non abbiamo intenzione di interromperlo prima. Un contratto è un impegno e noi quell’impegno lo abbiamo preso. Poi, ogni corridore può decidere cosa fare. Il tempo non risparmia nessuno”.

Adams ha anche parlato di CicloMercato: “Abbiamo alcuni ottimi nomi in arrivo (uno di questi è già stato svelato ed è quello di Ethan Vernonndr). Penso che tanti saranno impressionati dalla qualità dei corridori che stiamo per annunciare”. Fra questi dovrebbe essere Pascal Ackermann, in uscita dalla UAE Team Emirates.

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