Coronavirus, allenamenti ora vietati per tutti anche a porte chiuse

Con il nuovo DPCM vietati anche gli allenamenti a porte chiuse. Se con le nuove direttive firmate dal presidente del consiglio Giuseppe Conte quasi tutto è prorogato fino al 13 aprile, restando allo stato attuale, è proprio sullo sport che c’è stata una ulteriore stretta. Viene infatti modificato l’articolo e il comma in cui si consentiva l’allenamento ai professionisti e agli atleti di interesse nazionale ed olimpico all’interno di spazi a loro dedicati a porte chiuse. Non sarà dunque più possibile ad alcuna società sportiva o gruppo di atleti allenarsi; una misura presa evidentemente per evitare un qualsiasi tipo di assembramento, probabilmente sotto le pressioni di alcune grandi società che in questo periodo hanno manifestato l’intenzione di organizzare dei ritiri.

Resta chiaramente per tutti la possibilità di allenarsi in casa o in spazi privati, ma singolarmente, come spiegato ieri dal capo del governo in conferenza. “Onde evitare – ha spiegato Conte – che delle società sportive possano pretendere l’esecuzione di una prestazione sportiva anche nella forma di un allenamento. Ovviamente gli atleti non significa che non potranno più allenarsi: non lo faranno in maniera collettiva, ma individuale”.

Per quanto riguarda il ciclismo non cambia poi moltissimo alla sostanza, visto che la deroga iniziale era stata sostanzialmente rifiutata dalla stessa federazione ciclismo, che aveva invitato anche i professionisti a non allenarsi, fino poi alla ulteriore stretta dei decreti e delle ordinanze ministeriali che hanno vietato qualsiasi attività motoria, ludica o per diletto in generale. L’unica consentita attualmente, e così rimane, è la possibilità di svolgere qualche esercizio “in prossimità della propria abitazione“. Che equivale a dire che per i ciclisti c’è ben poco margine a disposizione e che, di conseguenza, meglio usare il buon senso e restare a casa.

Se finora restava la possibilità di allenarsi nei velodromi (che comunque vista la disponibilità di queste strutture è praticamente impossibile per quasi tutti nostri atleti), è dunque ormai stata esclusa anche questa dal DPCM firmato il primo aprile dal presidente del consiglio. Un decreto in cui “L’efficacia delle disposizioni dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri del 8,9,11 e 22 marzo 2020, nonché di quelle previste dall’ordinanza del Ministro della Salute del 20 marzo 2020 e dall’ordinanza del 28 marzo 2020 adottata dal Ministro della Salute di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ancora efficaci alla data del 3 aprile 2020 è prorogata fino al 13 aprile 2020”.

Valido ovviamente a partire dal 4 aprile 2020, il decreto emanato modifica dunque solo la lettera d) dell’articolo 1 del DPCM dell’8 marzo, sostituita con la seguente: “Sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Sono sospese altresì le sedute di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, all’interno degli impianti sportivi di ogni tipo”.

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