Strade Bianche 2019, Alaphilippe non sbaglia niente: “Era il mio primo obiettivo, sono felicissimo”

Julian Alaphilippe non sbaglia niente alla Strade Bianche 2019. Il francese corre alla perfezione per questa sua prima partecipazione alla classica senese, facendosi trovare pronto in ogni momento decisivo della corsa, fino a quando non tocca a lui produrre il suo sforzo. Uno scatto perentorio al quale nulla ha potuto un generoso Jakob Fuglsang (Astana), che ha dato il via all’azione decisiva, senza tuttavia riuscire a sbarazzarsi del corridore transalpino. Ben protetto dai compagni che alle spalle chiudevano i tentativi degli inseguitori, Alaphilippe ha dunque coronato al meglio il lavoro della corazzata belga, ancora una volta micidiale nelle classiche di un giorno.

“Tutti mi dicevano che questa è una corsa per me – commenta a caldo dopo il traguardo – Sono molto felice di essere finalmente riuscito ad esserci (sorride, ndr). Sapevo che è una corsa a adatta me, nella quale non dovevo fare errori. Per fortuna oggi è stata una buona giornata per me e ci sono riuscito. Sono davvero felicissimo. Questo era il primo grande obiettivo della mia stagione, quindi sono davvero molto felice di averlo centrato. Grazie anche alla squadra che ha fatto un grandissimo lavoro”.

Una sensazione dunque davvero di grande gioia quella espressa dal talento transalpino, che ha dimostrato ancora una volta le sue qualità di corridore completo.  Una prova per certi versi usurante anche mentalmente, che ha saputo affrontare nel modo migliore: “Ero concentrato tutto il giorno sul finale – ammette – Sono stato fortunato a non cadere e a non forare. La mia squadra ha fatto un ottimo lavoro nel proteggermi. Jakob Fuglsang era molto forte, ma non ho sbagliato. Ciò nonostante, non sono stato sicuro di vincere fino all’ultima curva. Questa è una sensazione meravigliosa”.

Una vittoria che deriva anche da un’ottima corsa a livello tattico: “Quando a più di dieci chilometri dall’arrivo ha attaccato uno tra Van Aert e Fuglsang, non ricordo chi, ho chiuso subito. Era una situazione buona e hanno parlato le gambe, dietro si sono fermati e davanti siamo andati d’accordo. Nell’ultimo tratto sentivo le gambe pesanti e vedevo che Fugslang era più fresco di me, ho dovuto correre con la testa. Ho detto a Fugslang di collaborare fino all’arrivo, ha capito che se mi avesse attaccato non avrei più collaborato con lui. Ho dovuto essere furbo, per vincere dovevo arrivare allo strappo finale davanti. L’ho fatto e sono contento”.

Oltre al lavoro in corsa, il contributo di Stybar è stato prezioso anche nei consigli tattici: “Non avevo esperienza nella corsa, ho parlato con Stybar e mi ha detto che il segreto è essere sempre piazzato bene e concentrato su tutto. Le Strade Bianche non sono solo le salite e lo sterrato, può accadere qualcosa dappertutto. A un certo punto c’è stata una caduta in gruppo, ma io ero davanti. È stato importante per non sprecare energie preziose”.

La vittoria non sarebbe mai arrivata senza i cambiamenti nel programma corse apportate in questa stagione: “Non ho visto grandi differenze rispetto all’anno passato nella mia condizione fisica. Non voglio che la mia stagione sia solo Freccia Vallone e Tour de France, quindi ho deciso di venire alle Strade Bianche, che mi sono sempre piaciute. Ho lavorato tanto e penso che stiano arrivando i risultati. Sono contento di essere arrivato a questa corsa con questa condizione. In tanti mi davano come favorito, ma ormai sono abituato alla pressione e mi prendo spesso la responsabilità di essere il capitano della squadra”.

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