Ineos Grenadiers, Egan Bernal in vista del 2024: “Voglio solo correre, voglio essere la migliore versione di me stesso”

Egan Bernal non si pone grandi obiettivi per il nuovo anno. La stagione ciclistica sta per iniziare e il corridore colombiano della Ineos Grenadiers vuole cercare di ritrovare la migliore versione di se stesso dopo l’incidente del gennaio 2022 nel corso del quale ha rischiato la vita. Dopo due anni estremamente turbolenti in cui ha cercato di riprendersi al meglio, il vincitore del Tour de France 2019 e del Giro d’Italia 2021 spera di riuscire a tornare protagonista nel 2024, anno che lo vedrà fare il suo esordio in casa al Giro di Colombia per poi cercare di ottenere un buon piazzamento alla Vuelta a España. Nel mezzo vedremo se deciderà di disputare il Giro d’Italia o il Tour de France, per il quale nelle scorse settimane era stato inserito in un poker d’assi assieme a Tom Pidcock, Carlos Rodriguez e Geraint Thomas.

Intervistato nel corso del podcast Geraint Thomas Cycling Club, ovviamente tenuto dal suo compagno di squadra, il colombiano non si pone obiettivi precisi in questa stagione: “Non ne sono sicuro, a dire il vero. In questi giorni sto parlando con la squadra, mi hanno chiesto se voglio andare al Giro o al Tour o cosa voglio fare. La mia risposta è che voglio solo correre, voglio essere la versione migliore di me stesso. Voglio iniziare la stagione e vedere dove arriverò”.

Il ricordo dell’incidente, nel quale ha subito numerose fratture fra cui vertebre e femore, è ancora vivo nella mente del classe 1997 che ne ripercorre i momenti: “È stato un incidente duro, la cosa peggiore è che ricordo tutto. Ricordo i secondi prima dello schianto. Ero sulla bici da cronometro e mi sentivo davvero bene. Ed ero anche un po’ felice perché stavo andando così veloce. E poi ricordo che stavo guardando il Garmin e ho visto 62 chilometri orari. Poi , d’improvviso, ero a terra. Poi, dopo circa un minuto, ho iniziato a sentire il dolore. Ed è stato davvero, davvero forte. Avevo dolori ovunque.

Da quel momento è iniziato un momento molto difficile, con un lungo ricovero in ospedale necessario per riprendersi dal tremendo impatto subito. Centrale la figura del dottor Rafael Santos, che fortunatamente si stava allenando con i corridori quel giorno: “Urlavo fortissimo per il dolore e gli chiedevo di darmi qualcosa per alleviare la sofferenza. Ma non poteva chiaramente, aveva solo paracetamolo con sé. Avevo circa 12 o 13 costole rotte, il che è stato davvero davvero brutto. Quando sono arrivato in ospedale, urlavo dal dolore. Ho visto mia madre proprio mentre stavo arrivando in sala operatoria. Le ho detto di non preoccuparsi pensando di essermi rotto solo il femore. Ma non sapevo quanto fosse stato forte l’impatto con la macchina. Non mi rendevo conto che potevo anche morire“.

Una percezione che ha invece ben compreso successivo, cambiando ovviamente anche il suo approccio con molte cose, come ha spesso ripetuto da allora. “Ho la fortuna di essere vivo e di condividere del tempo con la mia famiglia, di rivedere mia madre – sottolinea nuovamente – Ora penso di essere più felice di prima. Ad esempio, con le piccole cose. Di sicuro sono davvero fortunato ad essere qui”.

Dopo un 2022 quasi interamente dedicato alla convalescenza e al ritrovarsi come persona in un difficile periodo, il 2023 è stato per lui l’anno della ripartenza. Una stagione nella quale ha disputato 79 giorni di gara permettendogli di ritrovare progressivamente un discreto livello, tanto da essere convocato per il Tour de France: “Sono stato selezionato appena una settimana prima della partenza. È stato all’ultimo momento. Per me è stata davvero una grande cosa. Sapevo che ci sarei andato e non avrei potuto competere per la classifica generale. Ma è stato davvero emozionante per me, perché una delle cose che ricordo di più quando ero in ospedale era che ad un certo punto pensavo che sicuramente non avrei potuto più andare in bicicletta. Ma se avessi dovuto scegliere un’altra gara da rifare, sarebbe stato il Tour. Quindi quando mi hanno selezionato per il Tour è stato davvero emozionante. È stata davvero una grande cosa per me”. 

Oltre alla partecipazione, il colombiano ha anche finito la Grande Boucle e a Parigi “è stato davvero bello”, spiegando di aver voluto arrivare per ultimo in gruppo per “ammirare i Campi Elisi e godermi il momento”. Quel giorno finire la gara è stato ancora più emozionante rispetto a quando era salito sul podio in maglia gialla ormai cinque anni fa: “Ho quasi pianto perché in ospedale sognavo di poter concludere un altro Tour de France. Quindi è stato davvero bello per me”, sottolinea nuovamente.

A questo punto per il 2024 non si pone limiti: “Mi piacerebbe andare a un GT e poter fare qualcosa. Non voglio solo andare per finirlo. È un passo che ho fatto quest’anno, ma non voglio farlo più. Voglio essere una persona chiave nella squadra. Voglio correre e essere pronto per ogni gara a dare il massimo. Non so se il mio meglio adesso può permettermi di vincere il Tour o essere un uomo di supporto in salita o solo portare le borracce, ma voglio solo vedere dove posso arrivare. Ci sto lavorando. Ho una seconda possibilità e devo sfruttarla. Adoro il ciclismo. Adoro allenarmi. Posso fare facilmente sette ore in bici perché lo adoro davvero”.

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