Germania, Marcel Kittel torna sul suo ritiro: “Non ho avuto una crisi di mezza età, era il momento giusto”

Marcel Kittel spiega che non bisogna avere paura di cambiare. In un’intervista con Cyclingweekly, l’ex velocista tedesco è tornato sulla sua decisione di chiudere la sua carriera ormai più di un anno fa ad un’età ancora relativamente giovane per il ciclismo. L’ex corridore della QuickStep si è detto però ancora convinto di aver fatto la scelta giusta e ha spiegato anche tutte le difficoltà che un corridore deve affrontare (che lo avevano portato alla depressione) e che sono difficilmente comprensibili da tutti coloro che non hanno mai avuto una carriera da corridore professionista.

Il 99% di chi non è stato professionista, non può capire lo sport e tutto quello che comporta – ha esordito – Il ciclismo è l’unico sport che porta la fatica così all’estremo. È il concetto su cui basa l’intero sport, ma lo rende molto difficile da gestire. Ti alleni per stancarti così da migliorare per la prossima corsa, in cui l’idea è quella di stancarti dopo gli altri. Alla fine della corsa, vincerà quello che è meno stanco. Non c’è un altro sport come questo… e ci sono delle conseguenze”.

Per lui la conseguenza era quella di non essere più felice, trascorrendo 250 notti all’anno lontano da casa e con un mestiere che da passione si era trasformata in una sorta di automatismo, che non riusciva più a regalargli nulla di nuovo. La naturale conseguenza è stata un ritiro prematuro, che però lui vorrebbe venisse visto come una cosa positiva: “Non ho avuto una crisi mezza di età. Ero arrivato al punto in cui nella mia vita volevo altro. Dobbiamo guardare al ritiro anticipato come a una cosa positiva, come al momento in cui realizzi che vuoi un cambiamento. Provi a trarne il meglio, cerchi di capire quello che vuoi e questo è quello che mi è successo. Sono felice e mi godo la famiglia. Per me è una nuova e grande esperienza passare dalla vita da ciclista a una vita normale, ma era il momento giusto per chiudere la mia carriera da ciclista. Sono orgoglioso di quello che ho ottenuto, ma ero pronto per qualcosa di nuovo. Stavo per diventare padre ed era il momento giusto per un nuovo inizio”.

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