EF, Rigoberto Uran: “Se non si corresse il Tour, sarebbe una catastrofe. Solo tre squadre sopravviverebbero”

Rigoberto Uran guarda con preoccupazione a questa stagione. Il colombiano non è riuscito a essere grande protagonista l’anno scorso, con il settimo posto in classifica generale al Tour de France 2019 che non ha rispecchiato le sue aspettative iniziali. Se il piazzamento può essere letto come un segnale di miglioramento rispetto a un 2018 complicato, segnato da un ritiro alla Grande Boucle, l’obiettivo era certamente provare a tornare sul podio di Parigi, come avvenuto con il secondo posto ottenuto nel 2017. Il capitano della EF aveva costruito intorno all’appuntamento francese anche questa stagione, ma ora ovviamente bisognerà capire come organizzare l’allenamento e la preparazione per arrivare alla partenza, slittata al 29 agosto.

Il sudamericano ha confidato alla federazione colombiana le sue preoccupazioni per la situazione attuale del mondo del ciclismo, auspicando che l’evento più atteso dai tifosi possa essere corso dopo la fine della crisi planetaria del coronavirus. L’alternativa è uno scenario ai limiti dell’apocalittico: “Il ciclismo è uno sport povero, perché può soltanto essere appoggiato dagli sponsor. Se non si corresse il Tour, sarebbe una catastrofe. Per esempio, delle 18 squadre solo tre potrebbero sopravvivere. Per le altre si prospetterebbe un panorama molto complicato. In questo momento sono solo tre i team forti economicamente”.

Uran ha poi espresso le proprie perplessità sul nuovo calendario, che potrebbe prevedere il Giro d’Italia 2020 a ottobre e La Vuelta a España 2020 addirittura nel mese di novembre, quando le condizioni climatiche saranno piuttosto complicate per andare in bicicletta: “Correre ad agosto o settembre non è un problema, il tempo è ancora buono perché sta terminando l’estate. Ma già per ottobre il discorso cambia. Abbiamo corso spesso il Lombardia a ottobre, e anche stando al livello del mare faceva freddo. Riuscire a fare le Dolomiti è complicato, inizia a nevicare. Per non parlare della Vuelta a novembre, farebbe ancora più freddo“.

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