Dubai Tour 2017, Kittel furioso: “Quello che ha fatto Grivko è una vergogna”

Marcel Kittel decisamente furioso con Andriy Grivko. Riuscito a mantenere un atteggiamento composto in corsa e davanti ai microfoni dei giornalisti al termine della terza tappa del Dubai Tour 2017, il velocista della QuickStep Floors attacca duramente sui social il corridore ucraino che lo ha colpito in corsa. Malgrado le scuse della Astana al diretto interessato e al suo team, il tedesco spiega di “non accettare nessuna scusa per quanto successo” perché “non ha niente a che vedere con il ciclismo”.

Quello che Grivko ha fatto è una vergogna per il nostro bellissimo sport”, concludendo il suo primo tweet, al quale è seguito un’ironica immagine di Kittel versione Ivan Drago (il personaggio che in Rocky IV affrontava Stallone con il celebre “ti spiezzo in due”) corredata dalla frase: “Ho appena cercato Grivko su google e dice che pesa 70kg. Amico, conosci i tuoi limiti”. Riferendosi chiaramente alla differenza di stazza fra i due…

Grivko ha provato a scusarsi anche in corsa, secondo quanto riporta lo stesso Kittel, ma il tedesco è categorico nel suo rifiuto. “Abbiamo parlato anche dopo la corsa,ma non penso di poter ripetere quel che gli ho detto durante un’intervista – ha ammesso a CyclingNewsDovrebbe essere squalificato per qualcosa come sei mesi. È una grande delusione per il ciclismo, la sua squadra, gli sponsor e questa corsa. Non capisco come abbia potuto reagire così […] Un centimetro più a destra e avrebbe potuto ferirmi all’occhio perché mi ha rotto gli occhiali”.

Incredulo, il tedesco ha raccontato una dinamica abbastanza comune in gruppo, di una situazione tesa che si fa muscolosa, ma senza solitamente arrivare a tanto: “Ovviamente durante i ventagli c’è stata lotta per la posizione. Penso che sia normale darsi qualche spintarella ogni tanto. Stavo cercando di rientrare in linea con uno dei suoi compagni più giovani e non gli è piaciuto. Quindi ho cercatoo di aggirarlo per piazzarmi tra lui e il suo compagno, dovendo spingere un po’ Grivko, ma senza alzare le braccia dal manubrio. Cercavo di parlare con il ragazzo sul perché avesse corso un rischio e in quel momento mi è arrivato il pugno in faccia”.

 

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