Deceuninck-Quick-Step, Sénéchal al Giro d’Italia per assistere Viviani

Florian Sénéchal svela buona parte del suo programma per questa stagione. Il corridore della Deceuninck – Quick-Step concentrerà i suoi sforzi nelle classiche da un giorno, a cominciare da Omloop Het Nieuwsblaad e Kuurne Bruxelles Kuurne il 2 e 3 marzo. Il suo debutto ufficiale è comunque visto al Tour de Provence, in programma dal 14 al 17 febbraio. Pochi giorni dopo l’ex Cofidis volerà in Portogallo, per poi affrontare le due competizioni sopra citate. Un altro obiettivo importante rimane la partecipazione alla Parigi-Nizza dal 10 al 17 marzo, dove realisticamente si metterà al servizio dei propri leader mettendo a disposizione le proprie eccezionali qualità di passista.

Da quel momento il mese di marzo e buona parte di aprile saranno dedicati alle classiche sul pavé, in cui il francese sarà una parte rilevante dei gregari al servizio di capitani esperti come Philippe Gilbert, Zdenek Stybar e Yves Lampaert. Il grande obiettivo per concludere la prima parte della stagione sarà infine il Giro d’Italia 2019, in cui correrà in appoggio a Elia Viviani. Il campione italiano potrà quindi contare su un supporto preziosissimo nella costruzione del treno per le volate.

Sénéchal ha ammesso di aver lavorato molto nel corso di quest’inverno per raggiungere la forma migliore e analizzato la situazione in squadra: “Peso tre chili in meno rispetto allo stesso periodo nel 2018. Ho dovuto rimanere serio quest’inverno. È sempre importante iniziare a vincere presto, una squadra come la nostra è sempre attesa al varco. È abituata a vivere con questa pressione, ma ci teniamo a valorizzare rapidamente l’arrivo del nuovo sponsor. Faremo di tutto per mantenere il nostro livello, anche se sappiamo che sarà difficile fare meglio. Comunque è il nostro collettivo a fare la forza, lo abbiamo dimostrato negli anni. La Parigi-Roubaix dell’anno scorso è stato il momento peggiore della mia carriera. Ho avuto diversi problemi meccanici e ho forato in un pessimo momento ad Arenberg. La mia corsa era finita”.

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