Deceuninck-Quick-Step, prosegue la causa legale contro Groenewegen. E Lefevere propone: “Esperti di sicurezza a giudicare gli sprint”

La vicenda Fabio JakobsenDylan Groenewegen non ha ancora finito i suoi strascichi. La squalifica di nove mesi comminata al velocista della Jumbo-Visma, che nella prima tappa del Giro di Polonia 2020 aveva causato una terribile caduta del connazionale, finito contro le transenne, non ha del tutto concluso gli strascichi legali. Il colpevole ha accettato la sentenza, senza precedenti nella storia del ciclismo, e tornerà a correre il 7 maggio dell’anno prossimo. La Deceuninck-Quick-Step dal canto suo ha confermato di voler proseguire la causa legale intentata appena dopo l’accaduto: gli avvocati della squadra belga e del velocista di quella neerlandese continueranno la battaglia in tribunale.

Il team manager della Deceuninck-Quick-Step Patrick Lefevere ha confermato l’intenzione di andare fino in fondo con il processo in un’intervista a HLN: “Non sappiamo quando si verificherà il processo. Come molta materia legale, sarà qualcosa in una prospettiva a lungo termine. Ma non mi sento di dire nient’altro a riguardo, non perché sia spaventato dalla reazione ma semplicemente perché è stato detto abbastanza. Come squadra comunque non abbiamo avuto alcuna influenza sulla squalifica“.

Il numero uno della formazione belga ha poi proseguito il proprio discorso avanzando le sue propose in tema di sicurezza: “Voglio che siano esperti indipendenti a giudicare gli sprint. Propongo che sia il più scorretto sprinter della storia il capo, i migliori ranger spesso sono stati bracconieri prima. Gli esperti devono arrivare dal plotone perché chiunque non abbia mai pedalato non può giudicare cosa è pericoloso e cosa no. Ci sono diverse sfumature. Una spinta con la spalla non è sempre pericolosa, un gomito sul braccio è più pericoloso di un gomito sulla schiena. La regola numero uno dev’essere che un corridore tenga sempre le mani sul manubrio”. E chissà che da uno dei più brutti episodi di questa stagione non possa derivare maggiore sicurezza in gruppo.

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