Alla Jumbo-Visma non cercano scuse: “La foratura di Wout Van Aert a Roubaix? Non solo sfortuna, noi non ragioniamo così”

Richard Plugge insegue costantemente e in ogni campo il miglioramento per la sua Jumbo – Visma. Consapevole che sarà difficile fare meglio in termini di GT, specialmente dopo la partenza di Primoz Roglic, il team manager della formazione neerlandese è pronto a reinventare la sua squadra per affrontare l’ex capitano e Tadej Pogacar al Tour de France, consapevole anche che sicuramente altre squadre vorranno imitare (o quantomeno provarci) quanto fatto dalla sua squadra nelle modalità di approccio e di correre.

Ma la determinazione e voglia di crescita del team neerlandese non è solo rivolta alle corse di tre settimane. L’altro grande obiettivo nel quale il team vuole eccellere sono le classiche del Nord, per il quale è stata costruita una selezione di assoluto spessore al fianco e in supporto di Wout Van Aert, uno dei  grandi fenomeni attualmente in gruppo. Se il belga sta vivendo un periodo da eterno secondo nei grandi appuntamenti, complice anche il regalo fatto al compagno alla Gand – Wevelgem, che sarebbe stato altrimenti la vittoria più importante della sua stagione, il classe 1994 è mancato nelle grandi Monumento.

Ad eccezione della Parigi – Roubaix, dove in realtà è sembrato assolutamente al livello del suo eterno rivale Mathieu Van Der Poel, poi vincitore dopo averlo raggiunto e staccato quando il corridore fiammingo aveva in realtà subito una foratura in momento chiave della corsa. Un episodio decisamente sfortunato, ma che il numero uno di quella che è ormai diventata la formazione di riferimento in gruppo non vuole limitarsi a vedere come tale, consapevole che anche da una situazione di quel tipo c’è una lezione da imparare e un miglioramento da poter apportare

“Abbiamo guardato a cosa è andato storto in quelle gare – le considerazioni di Plugge – Ad esempio, la foratura di Van Aert alla Parigi-Roubaix. Noi non vediamo quell’episodio come una cosa dettata dalla sfortuna. Dobbiamo essere invece sicuri che una cosa del genere non ricapiti più. Una foratura non è sfortuna e sappiamo che, se Wout non avesse forato, probabilmente avrebbe vinto la Roubaix. Ci siamo detti che dobbiamo porre un’attenzione ancora maggiore sui materiali, per non avere problemi di questo tipo”.

Una mentalità di assoluta presa in carico delle responsabilità, che non vuole relegare solamente a fattori esterni, comunque ovviamente impossibili da evitare del tutto, le sorti di una corsa o l’analisi della stessa: “È facile dire ‘siamo sfortunati, è andata così‘. Noi però non ragioniamo così, cerchiamo di capire fin dove possiamo agire e come possiamo evitare i guai. Questo non vuol dire essere sicuri di non forare, ma vogliamo fare il massimo per evitare che accada”.

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