Vuelta a España 2022, monta l’insofferenza-covid fra i corridori: “Impossibile andare avanti se ci testano tutti i giorni”

Alla Vuelta a España 2022 non passa giorno senza un forzato abbandono causa covid. Soprattutto a cavallo del secondo giorno di riposo i numeri dei corridori positivi, e dei conseguenti ritiri, sono aumentati di molto e non sono mancati anche i ritiri eccellenti, come quelli di Simon Yates (BikeExchange-Jayco) e Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers), oltre che del bi-vincitore di tappa Sam Bennett (Bora-Hansgrohe). Lo stillicidio è proseguito anche nella mattinata di oggi – giovedì 1 settembre – e dal plotone iniziano ad alzarsi delle voci di protesta nei confronti della situazione.

“Se continuiamo con i test, la cosa è impossibile da gestire – le parole di Dries Devenyns, compagno di squadra di Remco Evenepoel alla Quick-Step Alpha Vinyl raccolte da Cycling Weekly – Se facciamo gli esami ogni giorno, almeno uno o due corridori dovranno ritirarsi. Per noi è complicato tenere la situazione sotto controllo, se poi fuori dalla ‘bolla’ tutti si comportano in modo normale. Magari dovremmo iniziare a dargli meno importanza? Mandate a casa il corridore se sta male, altrimenti trattate la cosa come se fosse una malattia normale”.

Sulla questione-covid si esprime anche Mike Teunissen, compagno di squadra di Primoz Roglic alla Jumbo-Visma: “All’interno delle squadre stiamo facendo davvero tutto quello possiamo. Ma sono le cose che non sono nel nostro controllo che ci stanno ‘uccidendo’, come spostarci su un aereo tutti insieme. Ogni squadra aveva sul volo del trasferimento 12-13 persone, fra corridori e staff, e gli aerei erano pieni. Tutti avevano le mascherine, ma il vero problema è che il giorno dopo salta fuori un positivo che era sull’aereo insieme a te. Cosa dovremmo fare? Non sta a me deciderlo. Io posso dire che tutti vedono che la vita ormai è tornata alla normalità, com’era prima, ma sembra che questo non sia il caso del ciclismo. Alla fine, poi, quello che sarebbe a rischio è la salute dei corridori. È quello il problema. Speriamo almeno di arrivare a Madrid in un numero decente di corridori”.

Lapidario il commento del lussemburghese Alex Kirsch (Trek-Segafredo): “Non sarà la risposta giusta da dare, ma forse dovremmo smetterla con i test. Per dire, io al Tour de France 2022 non sono stato bene per diversi giorni, ma non era covid. E così ho sempre potuto prendere il via delle tappe”.

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