Tour de France 2020, la Ministra dello Sport: “Faremo tutto il necessario, ma sarà l’evoluzione della pandemia a decidere”

La Ministra dello Sport Roxana Maracineanu ribadisce le sue perplessità riguardo lo svolgimento del Tour de France 2020. Se per il momento è stata lei stessa a confermare che le nuove misure di progressiva uscita dal lockdown annunciate dal primo ministro Edouard Philippe non riguardavano la Grande Boucle, è tuttavia consapevole che le problematiche da risolvere per vedere regolarmente svolgere il più grande evento ciclistico al mondo sono ancora numerose. In particolare, potrebbe essere un problema che “i corridori possano pedalare tutti assieme, e attualmente non è il caso” visto il distanziamento sociale necessario a combattere il coronavirus. Una considerazione che ricorda quella che è stata inserita nel report “Lo Sport riparte in Sicurezza sul tavolo del Ministro dello Sport italiano Vincenzo Spadafora riguardo il ciclismo e che ha portato anche l’UCI ad attendere prima della pubblicazione del nuovo calendario, che doveva essere annunciato ieri, ma è slittato di almeno una settimana.

“Affinché il Tour de France possa svolgersi, devono verificarsi alcune condizioni e alcune competizioni di preparazione devono potersi svolgere, presumibilmente in agosto visto che nel mese di luglio non sarà possibile. Inoltre, prima, i ciclisti dovranno poter pedalare in gruppo, cosa che attualmente non è possibile – spiega l’ex nuotatrice olimpionica a FranceInfo – Al momento è troppo presto per pronunciarsi. Il regolamento attuale non impone né il rinvio, né l’annullamento, ma neanche la conferma. Le uniche cifre che sono state date è che non ci saranno assembramenti per eventi oltre le 5000 persone prima di settembre. Ma non ha neanche detto che gli assembramenti sotto le 5000 persone saranno autorizzati”.

Al momento dunque non ci sono risposte garantite, ma la Ministra si impegna a “fare tutto il lavoro necessario affinché tutto possa andare nel verso giusto”. Consapevole che il Tour “è essenziale per la sopravvivenza di molte squadre professionistiche e per il prosieguo della carriera di molti corridori”, non può tuttavia dare garanzie visto che sarà “l’evoluzione della pandemia a decidere”.

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