Molti interrogativi per il ciclismo dal dossier “Lo Sport riparte in Sicurezza”: rischio medio-alto in gara, basso per gli allenamenti

Ciclismo a due facce nel report “Lo sport riparte in sicurezza“. Se da un lato il nostro sport è considerato tra quelli a basso rischio, con un indice 1 come valutazione finale, ci sono alcuni aspetti particolarmente rischiosi, in particolare per il grande numero di atleti concentrati in uno spazio ridotto e molto vicini fra loro. Rischio molto basso, tra inesistente, scarso e medio, per quanto riguarda gli allenamenti (che si possono svolgere da soli o in gruppi molto ristretti), ma ben diversa è la situazione in gara (ed è qui il problema maggiore). Quasi tutte le discipline infatti hanno visto assegnati fattori di rischio ben più alti, con punteggi spesso tra l’alto e l’elevato, a seconda dei criteri di valutazione, che potrebbero non essere sufficientemente mitigati da altri più bassi, anche a rischio zero.

Se dunque il risultato complessivo è buono, alcuni fattori rischiano tuttavia di pregiudicare seriamente lo svolgimento delle corse, se il Ministero dello Sport dovesse trovarsi a prendere decisioni restrittive. A seconda delle discipline i punteggi (assegnati tramite autovalutazione dalla stessa Federciclismo) variano molto, ma ovviamente maggiormente a rischio sono considerati gli eventi al chiuso, come la pista o alcuni eventi indoor, oppure tutti quelli in cui c’è un forte numero di atleti vicini fra loro (strada ed eventi amatoriali, su tutti). Problema trasversale è invece l’utilizzo delle mascherine e dei vari dispositivi di protezione (anche se guanti e occhiali sono già in dotazione e non dovrebbero essere un problema maggiore) nel corso degli eventi, che potrebbe pregiudicare il gesto atletico e la prestazione fisica. Quest’ultima è una condizione per la quale il Politecnico di Torino, a cui è stato commissionato lo studio di 404 pagine ora sul tavolo del ministro Vincenzo Spadafora, permette di derogare, ma bisognerà vedere quale sarà il parere definitivo, che spetta al Governo, sulla prescrizione delle misure obbligatorie.

Al momento, tra queste, oltre alle mascherine, figura l’obbligo di effettuare tamponi 48 ore prima di ogni gara. Ogni sport ha e potrà avere inoltre delle raccomandazioni specifiche, in base alle proprie caratteristiche e nel ciclismo ci sono molti elementi di cui bisognerà tener conto, specialmente durante le corse a tappe. La condivisione degli spazi, anche al di fuori della gara dove se non c’è un vero contatto fisico la distanza è praticamente nulla, è infatti una delle caratteristiche maggiori (camere di hotel, pullman, spogliatoi all’arrivo, ecc) del ciclismo e dover intervenire al riguardo potrebbe creare problemi a organizzatori e squadre.

Si richiede inoltre costante sanificazione delle attrezzature e dei materiali in uso in corsa, che non deve essere condiviso tra gli atleti. Il che renderebbe, ad esempio, difficile pensare al consueto e tradizionale passaggio di borracce che solitamente vengono trasportate da un corridore che le consegna a tutti i suoi compagni. Per non parlare del ruolo principale che nel nostro sport svolge la scia, che recenti studi hanno invece indicato chiaramente come forte veicolo di potenziale trasmissione, tanto che nel documento si sconsiglia di correre in fila.

“Questo studio serve per certificare i diversi fattori di rischio delle 387 discipline sportive facenti capo al CONI e al Comitato Italiano Paralimpico, fornendo indicazioni e azioni di mitigazione che possano accompagnare la ripresa dell’attività agonistica, quando sarà finito il lockdown, in virtù delle specificità proprie di ciascuna disciplina, con carattere temporaneo e strettamente legate alla fase di emergenza, sebbene alcune potranno essere utili anche ad emergenza superata”, si legge in una nota emanata dal CONI, che sottolinea come “sarà poi il Governo a decidere i modi e i tempi della progressiva ripresa di allenamenti e gare dei diversi sport, garantendo adeguati livelli di tutela della salute e sicurezza di tutti, come già fatto per altri settori importanti della vita del Paese”.

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