Pagelle Parigi-Roubaix 2023, la Alpecin surclassa tutti, la Jumbo si inchina alla sfortuna, Ganna c’è, Sagan addio amaro

Mathieu Van Der Poel (Alpecin-Elegant), 10 e lode: La fortuna aiuta gli audaci e quando hai un carattere indomito come quello del fenomeno neerlandese la dea bendata ha piacere nel darti quel quid in più. In giornata di grazia, prova più volte a far saltare il banco con una tattica agressiva che lo vede poi riuscire a staccare tutti sul Carrefour de l’Arbre per uno splendido assolo sublimato nel velodromo.

Jasper Philipsen (Alpecin-Elegant), 9: Il belga si conferma molto più di un velocista con una prova eccezionale: protegge, tira, rompe i cambi, insegue, stoppa e poi sprinta, senza mai sbagliarne una. Anzi, quell’errore di movimento che finisce per mandare John Degenkolb fuori strada rovina una giornata altrimenti perfetta.

Wout Van Aert (Jumbo-Visma), 9: Arrivato con i dubbi in seguito alla caduta al Giro delle Fiandre, il belga nel corso della gara trova le sensazioni giuste e non esita ad attaccare. Fa tutto splendidamente, ma una foratura nel momento peggiore, quando era all’attacco da solo, manda tutto all’aria e riuscire comunque a fare terzo dopo tutte le energie spese per rientrare ed inseguire è solo che la conferma della gran gamba che aveva oggi.

Mads Pedersen (Trek-Segafredo), 8: Conclude la sua ottima primavera con un altro piazzamento di prestigio. Tra i più generosi nel tirare e poi nell’inseguire, il danese perde il podio nei chilometri finali, ma anche oggi si fa trovare pronto al momento della battaglia e non si tira indietro, confermandosi un corridore di grandissima solidità, fisica e mentale.

John Degenkolb (Team DSM), 8: Da tempo il tedesco non si vedeva a questi livelli. Il classe 1989 è il vecchietto del gruppo di testa, ma quando c’è da far girare le gambe non esita a dare il suo contributo, malgardo fosse il più inatteso e forse quello che avrebbe potuto anche tirare qualche remo in barca. Corre invece con grande determinazione e intelligenza, perdendo la possibilità di giocarsi le sue carte solo per un movimento tanto sbagliato quanto involontario della coppia Alpecin. Reagisce con orgoglio e difende la sua settima posizione, malgrado il dolore.

Stefan Kung (Groupama-FDJ), 7,5: Non è il più brillante, non è il più attivo né il più generoso, ma ancora una volta lo svizzero c’è. Ormai l’elvetico è una realtà delle grandi classiche e prima o poi, con questa costanza, il colpo grosso arriverà.

Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), 7,5: Era tra gli oustider più attesi, tanto che in molti lo davano anche tra i possibili favoriti e lui si fa trovare pronto. Preciso e puntuale al momento dell’azione decisiva, il recordman dell’ora deve cedere solo negli ultimi trenta chilometri, al termine di una corsa di grande grinta e solidità. Per inesperienza in un paio di occasioni si trova ad inseguire, sprecando così energie che magari avrebbe potuto avere nel finale ma alla prima da capitano nell’Inferno del Nord, ha dimostrato che un giorno potrebbe trasformarlo in paradiso

Christophe Laporte (Jumbo-Visma), 7,5: Il francese si conferma anche oggi uno dei più forti di questa primavera, ma deve fare i conti con la sfortuna, con una foratura che lo taglia fuori nel momento più importante. Con lui davanti la corsa sarebbe stata completamente diversa e chissà che non avrebbe anche potuto giocarsi la vittoria. Splendida comunque anche la sua reazione, che lo vede attaccare nuovamente lanciandosi in un inseguimento disperato assieme al compagno Nathan Van Hooydonck (7) concluso poi in decima posizione a causa di un’altra foratura.

Max Walscheid (Cofidis) e Laurenz Rex (Intermarché-Circus-Wanty), 7: Abili a seguire Ganna per rientrare sull’azione decisiva, restano davanti finché ne hanno, poi, una volta perso contatto, son bravi a restare davanti e regalare due importanti piazzamenti al proprio team, resistendo al ritorno degli inseguitori.

Florian Vermeersch (Lotto Dstny), 7: Sbaglia i tempi, ma almeno trova il modo di provare qualcosa riuscendo poi a lottare per un piazzamento nei dieci. Lontano dal secondo posto del 2021, con la prova odierna conferma comunque un buon carattere e le sue abilità al Nord.

Alexander Kristoff (Uno-X Pro Cycling), 6: Ancora una volta il norvegese fa il suo, vincendo la volata del gruppo. Peccato che davanti avessero già chiuso in molti, tra i big partiti all’attacco e i reduci della fuga, ma era difficile potergli veramente chiedere qualcosa in più.

Sep Vanmarcke (Israel – Premier Tech), 5,5: Tra i primi del gruppo, dopo una buona serie di prestazioni in questa primavera, l’esperto corridore fiammingo poteva potenzialmente ambire a qualcosa di più oggi.

Matej Mohoric (Bahrain-Victorious), sv: La sua ottima primavera si chiude nell’anonimato, complice anche una caduta che sicuramente lo ha condizionato in qualche modo. Rimasto quasi senza compagni vista la sfortuna di molti dei suoi, tra i quali Jonathan Milan (sv) che avrebbe potuto ambire quantomeno a testarsi, lo sloveno non riesce a fare la sua corsa.

Soudal-QuickStep, sv: La ex corazzata belga aveva questa ultima corsa per provare a riscattarsi, ma perde mezza squadra nelle varie cadute di giornata, tra cui capitano Asgreen e l’outsider Ballerini, e anche quella che resta è condizionata dagli incidenti, vedi Lampaert.

Gianni Moscon (Astana Qazaqstan), sv: Arrivato quasi controvoglia, su richiesta della dirigenza, il corridore trentino conferma che la forma non era quella necessaria per poter ambire a fare risultato in una corsa così esigente.

Peter Sagan (TotalEnergies), sv: Quella che potrebbe essere l’ultima Monumento della sua carriera si chiude con una brutta caduta e un viaggio in ospedale per sospetta commozione cerebrale.

Un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio