Tokyo 2020, possibile quarantena attiva per gli atleti

Nuovi dettagli emergono riguardo la quarantena che potrebbe essere applicata agli atleti per partecipare ai Giochi Olimpici di Tokyo. Se nei giorni scorsi era emersa la possibilità di dover scegliere fra Tour de France e i Giochi a causa della necessità di 14 giorni di quarantena, il pericolo non è ancora scampato malgrado sia comunque ancora prematuro considerare la notizia come certa, visto che una decisione ufficiale deve ancora arrivare, con il CIO che punterebbe a ridurla a cinque giorni per gli atleti. Tuttavia, secondo quanto riporta VeloNews, la direzione nella quale si sta lavorando è proprio quella, pur cercando di garantire agli atleti la possibilità di allenarsi una volta arrivati in Giappone. Uno degli aspetti cruciali della questione è infatti che se un atleta dovesse essere sottoposto a rigida quarantena in una camera di hotel, non potrebbe evidentemente prepararsi al meglio per il proprio evento.

Per questo si pensa a creare delle bolle, simili a quelle usate con successo dal ciclismo nel corso della scorsa estate. Gli atleti potrebbero così avere degli spazi dedicati in cui allenarsi, restando lontani dal pubblico. Una soluzione che per molti sport potrebbe risolvere il problema visto che permetterebbe, ad esempio, ai nuotatori di allenarsi in vasca o in palestra, così come ai vari rappresentanti dell’atletica di recarsi allo stadio. Più complessa la situazione eventualmente dei ciclisti su strada (pistard e crossisti potrebbero comunque avere accesso a velodromo e circuito), che chiaramente avrebbero bisogno di maggiori spazi per poter sfruttare al meglio questa quarantena speciale. A meno di chiudere anche il tracciato di corsa, che si evolve in gran parte vicino al Monte Fuji, quindi lontano dalla densità di Tokyo.

Per quanto riguarda il protocollo nel suo complesso, agli atleti verrebbe dunque chiesto di fornire un test effettuato entro le 72 ore prima della partenza, per poi sottoporsi ad un ulteriore tampone al momento dell’arrivo in Giappone. Da quel momento scatterebbero i 14 giorni (un aspetto importante è anche valutare che Tokyo si trova 8 ore avanti a noi, quindi si arriverebbe circa 20 ore dopo essere partiti, considerando il fuso). Agli atleti, che potrebbero essere ulteriormente testati durante la loro permanenza (a seconda delle singole situazioni), verrebbe poi chiesto di lasciare il paese immediatamente dopo la conclusione delle proprie competizioni.

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