Giovanni Iannelli, la famiglia si oppone all’archiviazione

La famiglia di Giovanni Iannelli prosegue la sua battaglia. Nelle scorse settimane era arrivata la richiesta di archiviazione da parte del PM Andrea Trucano nei confronti dei tre indagati per la morte del 22enne in seguito ad una caduta nel circuito di Molino dei Torti. Il ciclista pratese andò a sbattere con la testa contro un paletto scoperto a meno di 150 metri dal traguardo, quando era impegnato nella volata conclusiva. La famiglia, guidata dal papà Carlo che sta portando avanti con determinazione la sua lotta, ha presentato ricorso alla procura di Alessandria affinché il processo nei confronti del presidente della società organizzatrice, del direttore e del vice-direttore di corsa si svolga.

Nel documento di 14 pagine che il pubblico ministero ha presentato al GIP alla fine del mese di novembre, viene chiesta l’archiviazione perché le responsabilità non sarebbero, secondo gli inquirenti, nelle persone incaricate di far rispettare la sicurezza, quanto piuttosto nelle normative e in un regolamento che risulta troppo vago.

“Alla luce di questi elementi si ritiene insussistente il reato contestato con riguardo a tutti e tre gli indagati, sia sotto il profilo oggettivo (perché l’evento esula dai limiti della posizione di garanzia che grava sugli indagati) sia sotto il profilo dell’elemento soggettivo (perché l’evento era ex ante imprevedibile da parte del comune organizzatore o direttore di corsa)”, scriveva infatti il pubblico ministero nelle sue conclusioni, chiedendo l’archiviazione che pesa come un macigno anche considerando che compromette le possibilità di successo di una causa civile.

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