Tokyo 2020, il medico Sorgel: “Olimpiadi nel 2021 o si rischia disomogeneità nei controlli antidoping”

Il dibattito sulle Olimpiadi di Tokyo 2020 continua serrato. La situazione mondiale provocata dal coronavirus ha già portato allo spostamento di numerosissimi eventi sportivi: il ciclismo dovrà attendere per sapere quando si correrà il Giro d’Italia 2020, il calcio ha visto lo slittamento degli Europei previsti per giugno. Ma il massimo evento per diverse discipline, al momento, resta confermato. L’appuntamento, in programma dal 24 luglio al 9 agosto, è a forte rischio spostamento, nonostante la città ospitante abbia più volte ribadito la propria intenzione di tenere comunque i Giochi. Una speranza che si scontra con alcune difficoltà tecniche.

Il direttore dell’Istituto di Ricerca Farmaceutica e Biomedica di Heroldsberg a Nuremberg, Fritz Sorgel, ha rilasciato un’intervista alla tv tedesca per esprimere i propri dubbi sul regolare svolgimento delle Olimpiadi quest’estate: “È chiaro che difficoltà e disomogeneità nell’effettuare controlli antidoping creeranno una distorsione della concorrenza sia a livello nazionale che internazionale. Per questo i Giochi di Tokyo vanno assolutamente spostati in avanti. Il Cio e i giapponesi non avranno il coraggio di farlo da soli se non altro perché temono enormi richieste di risarcimento in caso di cancellazione. Diverso sarebbe se il divieto arrivasse dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: le compagnie assicurative dovrebbero tenerne conto. Se i Giochi invece fossero confermati a luglio, chi non ha ancora preso il coronavirus rischia di contrarlo in Giappone“.

Oltre a ragioni di salute dunque le preoccupazioni sarebbero connesse al doping. In effetti, rimanendo legati all’ambito del ciclismo, sono diversi gli atteggiamenti che le diverse agenzie antidoping stanno assumendo nei confronti dei propri atleti. In Francia i controlli proseguono, nel rispetto delle misure di sicurezza e con un numero ridotto di medici. In Spagna al contrario l’agenzia nazionale non riesce a effettuare test, impiegando tutti i propri mezzi per l’emergenza sanitaria. Lo stesso naturalmente vale per gli altri sport negli stessi Paesi, creando una disparità potenzialmente fondamentale nel risvolto del prosieguo della stagione. Olimpiadi comprese.

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