Tokyo 2020, David Gaudu: “Nessun rimpianto. Sapevo che gli altri erano più veloci di me”

Buon risultato per David Gaudu oggi nella prova in linea dei Giochi di Tokyo 2020. Il corridore francese ha chiuso in settima posizione la corsa olimpica vinta da Richard Carapaz, arrivando nel gruppetto che si è giocato le altre due medaglie (vinte da Wout Van Aert e Tadej Pogacar) alle spalle dell’ecuadoriano. Il transalpino si è confermato anche quest’oggi corridore in grado di stare coi migliori, come nell’ultima settimana del Tour de France, ed anche di essere particolarmente a suo agio anche nelle corse da un giorno. Una buona prova anche considerando che la nazionale transalpina era orfana di alcuni big, soprattutto Julian Alaphilippe.

È stato un finale difficile, sapevamo che c’era il rischio che ci fosse un gruppetto di corridori forti che ce l’avrebbe fatta ad arrivare allo sprint -le sue parole riportate da L’Equipe – Thomas (Voeckler, ndr) mi ha detto di puntare tutto sulla mia poca velocità, perché dopo più di 200 chilometri non si sa mai cosa può succedere. Una volta sul circuito finale, sapevo che Van Aert e Pogacar si sarebbero controllati, perché erano i due più veloci del gruppo”. Il transalpino è stato protagonista di una corsa resa difficile anche dal caldo: “Le sensazioni sono state nella media per tutto il giorno. Sul Mikuni faceva molto caldo e ho iniziato a scaldarmi perché non riuscivo a prendere l’acqua. Dopo aver superato questa salita, sono riuscito a bagnarmi e la situazione è migliorata. Queste non sono necessariamente le condizioni in cui eccello di più, è così, devo affrontarlo. Anche se non è arrivata medaglia, abbiamo corso come avevamo deciso al briefing. Non abbiamo rimpianti“.

Infine ha rivelato un retroscena sulle smorfie fatte, uno stratagemma tattico nel finale: “Thomas mi ha detto di esagerare sulle facce per non dover tirare perché sulla carta erano più veloci di me. Dovevano faticare un po’, l’ho fatto un po’ alla Voeckler, ho esagerato con le smorfie. L’obiettivo era quello di ritrovarsi in superiorità numerica davanti. Sfortunatamente, Guillaume (Martin, ndr) ci ha detto abbastanza presto che non stava passando una buona giornata. Abbiamo cercato di controllare gli attacchi sul circuito con Benoît (Cosnefroy, ndr) e Kenny (Elissonde, ndr) in modo che un gruppo troppo numeroso non andasse via. E quando mi sono trovato nel gruppo sul Mikuni, mi sono detto che non potevo lasciarsi andare, per tutto quello che avevano fatto”.

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