Francia, l’ex corridore Pierre-Luc Périchon lavora a una nuova squadra: “Innovativa e gestibile con un finanziamento collettivo, non solo grazie agli sponsor”

Pierre-Luc Périchon ha appena concluso la sua carriera da ciclista professionista, ma non vuole rimanere fermo. Anzi. Il francese, 37 anni fra pochi giorni, ha salutato il gruppo, dove è rimasto per 12 stagioni, vestendo in particolare le maglie di Cofidis e, in precedenza, Fortuneo. La sua esperienza agonistica non è stata memorabile in quanto a vittorie (solo 2), ma Périchon sembra avere tanto dinamismo con cui animare ancora il mondo del ciclismo. Il francese sta infatti lavorando a un progetto a suo modo avveniristico, che dovrebbe portare alla nascita di una nuova squadra.

“Ho molte idee – le parole di Périchon raccolte da Direct Velo – E ho delineato un piano economico iniziale. Mi concedo un anno di tempo: l’obiettivo è partire l’1 gennaio 2025, con una squadra con licenza Professional. Anche se sembra molto complicato immaginarlo in questo momento, le cose possono andare molto rapidamente se arrivi alle persone e agli investitori giusti. Comunque, non dovessi farcela per il 2025, continuerei a provarci per partire l’anno successivo. Per una Professional, comunque, servirebbero fra i 6 e gli 8 milioni di euro”.

L’intenzione di partire subito dalla categoria Professional sembra un po’ troppo ambiziosa: “Ma, come direbbe Guillaume Martin (compagno di Périchon alla Cofidis – ndr), per raggiungere le stelle bisogna puntare la luna… Se non ce la farò, avanti lo stesso. E se i fondi iniziali saranno sufficienti per fare una Continental, farò una Continental. Ma l’idea di fondo è quella di una realtà innovativa, che possa essere sostenuta anche da singoli, attraverso la forma del finanziamento collettivo (crowdfunding – ndr). La prima persona interessata in una squadra di ciclismo è l’appassionato di ciclismo e io vorrei dare a questi appassionati la possibilità di essere ancora più vicini ai loro beniamini“.

Il francese ha in testa una realtà diversa anche sul piano della gestione operativa: “Alla base di tutto ci deve essere la collaborazione, l’obiettivo sarà dare voce a tutti, dai corridori ai meccanici. Nessuna gerarchia, gestione orizzontale. Se ognuno trova il suo posto , con possibilità di sviluppo e di essere ascoltato, può venire fuori qualcosa di buono, per tutti”.

Périchon sottolinea: “Non vorrei unirmi a strutture già esistenti perché è difficile portare innovazioni a cose che hanno già un loro modo di essere. Ma so che dovrò avere intorno persone competenti, magari già attive nel mondo del ciclismo, ma non solo. Chiaramente, so che è una cosa molto difficile da fare, ma voglio provarci. Meglio provare e fallire che non avere rimorsi per tutta la vita”.

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