Coronavirus, la Federazione Ciclistica Italiana propone al Governo misure per la ripresa: “Si crei un fondo Salva ciclismo”

La Federazione Ciclistica Italiana prepara le contromosse al blocco dovuto all’emergenza Covid-19. Oggi – mercoledì 1 aprile – si è tenuto in conference call il Consiglio federale del massimo organo dirigenziale nazionale. La seduta si è aperta con il ricordo di Gian Carlo Ceruti, che della FCI è stato presidente dal 1997 al 2005 e che è venuto a mancare nelle ore precedenti, e di tutte le vittime del Coronavirus di questo periodo. Tanti gli argomenti toccati nel corso della riunione guidata dal presidente federale Renato Di Rocco: attenzione particolare al calendario e alla situazione delle società ciclistiche da qui ai prossimi mesi.

“Le notizie in questi ultimi giorni autorizzano a sperare in una stabilizzazione della diffusione del virus – ha detto proprio il presidente – ma non possiamo non rivolgere il nostro primo pensiero alle tante vittime e alle loro famiglie. Da parte nostra continuiamo a garantire la nostra missione, mettendo sempre nuove energie per immaginare come ripartire.”

Quindi Di Rocco ha illustrato al Consiglio le risultanze delle comunicazioni intrattenute con l’UCI e tutti i soggetti coinvolti nell’attività internazionale: “E’ chiara l’intenzione, nel ridisegnare i calendari internazionali, da parte dell’UCI di privilegiare Grandi Giri e Classiche Monumento. Dal canto nostro, noi valuteremo la situazione sanitaria ogni 15 giorni, per essere pronti lì dove si dovessero presentare le condizioni per ricominciare”. In ogni caso, il calendario 2020, per quanto riguarda l’Italia, non ripartirà prima del primo giorno di giugno.

Nel dettaglio, il Consiglio della FCI ha ipotizzato di poter allungare la stagione agonistica fino al mese di novembre, considerate anche le condizioni meteo verificatesi in analogo periodo negli anni passati in Italia. Per quel che riguarda gli aspetti economici, la Federazione ha inviato al Ministero, tramite Sport e Salute, un dettagliato report sui danni derivanti dal blocco dell’attività. “Danni per ora ancora difficilmente quantificabili, data l’incertezza sul ritorno alla normalità, ma di cui è possibile fare una prima stima – la nota della FCI – L’annullamento delle gare anche nei prossimi mesi provocherà il blocco di circa 1600 gare, con un possibile mancato introito di tasse federali di circa il 50 per cento rispetto a quanto preventivato, oltre alla forte sofferenza da parte di tutte le società sportive per l’indotto legato alla organizzazione degli eventi (palchi, transenne, cambio ruote, amplificazione, produzioni televisive, personale addetto alla gestione ed alla sicurezza degli eventi)”.

“Da valutare anche il calo delle affiliazioni e dei tesseramenti per il resto della stagione e sicuramente per il periodo di lockdown. Così come i mancati ricavi derivanti anche dal calo degli sponsor e, per le società sportive, dei contribuiti da parte degli enti locali”. Per prevenire la disaffezione e garantire la riformulazione di un calendario, la Federazione si impegna, comunque, a sostenere le società a continuare la propria attività anche per la stagione 2021 e sta valutando una serie di iniziative che saranno rese note una volta terminata la ricognizione dei Comitati regionali, ma che è già stata quantificata, ad oggi, in un importo di circa due milioni di euro.

Sul piano economico, la FCI ha proposto al Ministero dello Sport tre misure: “L’attribuzione di un credito d’imposta del 20 per cento da riconoscere agli sponsor, oltre all’attuale detrazione fiscale del costo sul restante 80 per cento della sponsorizzazione (il provvedimento, da estendere a tutto il mondo sportivo, deve trovare applicazione in ambito giovanile, dilettantistico e professionistico a condizione che venga confermato o incrementato il 100 per cento dei contributi di sponsorizzazione già stanziati per l’anno 2020; consentire l’accesso alla cassa integrazione da parte degli atleti professionisti con contratti di importo lordo inferiore a 50 mila euro; creazione di un fondo ‘Salva ciclismo’ attraverso la destinazione del 1 per cento delle scommesse sportive o almeno dell’ammontare delle giocate dirette sul ciclismo”.

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