WorldTour, sempre meno cronometro nelle corse a tappe: in trent’anni il 75% in meno a Tour e Vuelta, dimezzate al Giro

Anche quest’anno resta confermato il trend che vuole pochi chilometri a cronometro nelle corse a tappe WorldTour. È quello che emerge da un’analisi comparativa elaborata da cycling visualizations sui percorsi originariamente ufficializzati per Parigi-Nizza, Tirreno-Adriatico, Volta a Catalunya, Giro dei Paesi Baschi, Giro di Romandia, Giro del Delfinato, Giro di Svizzera e i tre Grandi Giri. L’analisi mette in risalto come è cambiato l’atteggiamento degli organizzatori nei confronti delle prove contro il tempo dal 1991 ad oggi da cui emergono grandi cambiamenti. Ad esempio, il Giro d’Italia nel 1991 metteva sul piatto ben 116 chilometri contro il tempo (comprendenti l’infinita Broni-Casteggio di 66 km) mentre oggi non arriva a 60 (ed è sceso anche sotto i 40 nel 2010), il Tour de France 137 (ben 73 erano i chilometri tra Argentan e Alençon) a fronte dei 36 del 2020 e la Vuelta a España 124 a fronte di 33,5.

Per quanto riguarda le corse a tappe di una settimana, questo trentennio si è evoluto in maniera più disomogenea, in quanto è sicuramente più facile sperimentare soluzioni diverse in questi ambiti. Parigi-Nizza, Tirreno-Adriatico, Giro dei Paesi Baschi e Giro di Svizzera hanno sostanzialmente preferito alternare edizioni con poca crono ad altre più ricche, mentre hanno seguito invece un trend in netta discesa la Volta a Catalunya, che avrebbe riproposto quest’anno una cronometro dopo dieci anni senza, e il Giro del Delfinato che, seguendo le orme del Tour, è arrivato ad azzerarle dopo ben 59 anni, quando aveva anche sfiorato i 60 chilometri una decina di anni fa.

Elaborazione © cycling visualizations

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