UAE Tour 2020, la Cofidis non si muove: “Ci sentiamo come se fossimo presi in ostaggio”

La Cofidis continua a essere confinata in un albergo ad Abu Dhabi. La squadra francese è una di quelle che non hanno ricevuto il via libera per il rientro a casa dalle autorità locali dopo la cancellazione delle ultime due tappe del UAE Tour 2020. La corsa a tappe emiratina è fondamentalmente bloccata dalla notte fra giovedì e venerdì scorsi e i corridori della formazione presieduta da Thierry Vittu avevano già fatto trasparire la loro insofferenza per una situazione ancora poco chiara. Ora tocca proprio al massimo dirigente prendere la “parola” per sottolineare una situazione a dir poco paradossale.

Vittu ha scritto un post su Facebook nella mattina di martedì 3 marzo, senza utilizzare mezze parole: “Questa situazione è simile a una presa in ostaggio. Siamo tenuti contro la nostra volontà in un luogo che non abbiamo scelto e per un lasso di tempo sconosciuto. Questo, peraltro, è il punto più difficile da sopportare. Speriamo sempre che le cose migliorino presto e che non accada nulla. È vero che i mezzi di comunicazione (Internet, social networks, telefoni, computer…) aiutano a vivere meglio questa situazione, almeno ci permettono di distrarci e di rassicurare i nostri cari. Sarebbe bello se i media iniziassero a occuparsi della nostra situazione, anche solo per fare un po’ di pressione in più”.

Il numero 1 della Cofidis racconta: “Hanno appena suonato alla mia porta. Dev’essere la colazione lasciata fuori, è così che otteniamo i nostri pasti. Quando incontri qualcuno dell’albergo nel corridoio, quello scappa…  Questo mi porta un altro paragone, siamo trattati come appestati: le nostre camere non sono state pulite da quando siamo arrivati, cinque giorni ​fa. Dobbiamo andare vicino all’ascensore, dove c’è un carrello da cui prendiamo lenzuola, saponi, asciugamani”.

La chiusura di Vittu: “Questa è la situazione, alcuni (incluso me) la vivono bene, per altri è più complicata”.

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