UAE-Team Emirates, Tadej Pogacar: “Non penso di essere il migliore in circolazione”

Tadej Pogacar a ruota libera. Il corridore della UAE-Team Emirates si è raccontato in una lunga intervista a Cyclingnews, affrontando i temi più disparati. Lo scalatore sloveno ha risposto a numerose domande, focalizzandosi sull’annata appena conclusa e sulla stagione che dovrà affrontare il prossimo anno, ma anche parlando di doping e ciclismo femminile. Il vincitore di due Tour de France ha poi svelato anche alcuni aspetti del suo carattere, mostrando come un campione possa costruire le proprie basi anche su un’indole pacata e matura come quella che egli stesso ha più volte saputo mostrare.

“Non penso di essere il miglior ciclista in circolazione – ha confessato lo sloveno – Io cerco semplicemente di fare il meglio che posso. Il 2021 è stata la mia miglior stagione di sempre, ma questo non significa che io sia migliore di chiunque altro. Non è sempre facile, ma io cerco di non rimuginare troppo sulle cose e di focalizzarmi su me stesso. C’è sempre un po’ di pressione su di me, ma io cerco di convertirla in qualcosa di positivo. Io stesso mi metto pressione, ma credo sia una cosa buona; lo faccio per tenermi motivato”.

Le parole del vincitore del Giro di Lombardia 2021 sono sempre ragionate e mature e Pogacar non esita a riconoscere i meriti della sua famiglia nel renderlo la persona che è oggi: “Penso che il mio carattere provenga dalla mia famiglia e dal modo in cui mi hanno cresciuto. Sono fortunato ad avere una buona famiglia e devo un grande ringraziamento ai miei genitori e ai miei fratelli e sorelle. Mi hanno reso quello che sono. Non sono spesso a casa in Slovenia, ma, quando succede, passiamo del bel tempo insieme. Mi trattano come un figlio e un fratello, non come un vincitore del Tour de France. Quando ero giovane non pensavo di fare la storia o di ottenere grandi risultati. Volevo solo correre con i miei amici, andare al massimo in salita e sprintare contro di loro. Se ho un segreto è che tuttora vivo le corse in questo modo”.

Il bronzo olimpico si è soffermato ulteriormente sul proprio carattere, raccontando come anche a lui succeda di innervosirsi, sia dentro che fuori la corsa, ma come allo stesso tempo cerchi di mantenere sempre un forte autocontrollo: “Quando mi succede, cerco sempre di trattenermi e non renderlo evidente. A volte ti svegli di cattivo umore ed è facile dire cose stupide. Ma io cerco davvero di non farlo e di capire le persone che mi stanno attorno. Anche nelle gare è davvero importante non perdere il controllo, stare concentrati e fare quello che bisogna fare. Se hai una foratura o una caduta, puoi arrabbiarti, ma non c’è nulla che puoi fare in quel momento. Sistemi la situazione il più in fretta possibile e torni a correre. Arrabbiarsi non è mai il modo più veloce per risolvere una situazione“.

Lo scalatore sloveno ha quindi fatto un bilancio della propria stagione, soffermandosi in particolare sulla Grande Boucle e confrontando la vittoria di quest’anno con quella della stagione precedente: “È difficile scegliere quale dei due Tour de France sia stato migliore. Sono stati entrambi difficili da vincere, come ogni corsa. L’anno scorso era il mio primo Tour e l’ho vinto al penultimo giorno. Stavo davvero lottando per guadagnare i secondi che mi servivano per vincere. È stata una sorpresa, ma alla fine ho vestito la maglia gialla. Quest’anno invece è stato toalmente differente. Sono stato in giallo per due settimane e ho vinto difendendo la maglia insieme alla squadra. È stato fantastico correre tutti quei giorni in maglia gialla. È stato diverso rispetto a conquistarla all’ultimo giorno, anche se le emozioni sono le stesse”.

Il corridore della UAE-Team Emirates si è dovuto scontrare quest’anno anche con alcuni sospetti di doping, dopo che alcuni analisti di dati hanno calcolato che i suoi numeri erano simili a quelli che faceva registrare Lance Armstrong: “Mi è dispiaciuto, ma avrei dovuto aspettarmelo a causa della storia di questo sport. So che le persone faticano a fidarsi facilmente. Dispiace soprattutto per tutto quello che facciamo. Ci alleniamo moltissimo, accantoniamo molti aspetti delle nostre vite per essere al massimo livello e facciamo molti sacrifici, per cui il sospetto crea dispiacere”.

Il classe 1998 ha quindi ragionato sulla sua generazione ricca di talenti e su come tutti questi giovani corridori stiano portando un nuovo modo di correre, molto più aggressivo e spettacolare: “Quest’anno più che mai le corse sono state davvero aperte, con i leader che hanno attaccato da lontano. È fantastico, no? Quando ti siedi sul divano e accendi la TV, questo è quello che vuoi vedere: ragazzi che attaccano a 100 chilometri dall’arrivo, non corridori che aspettano gli ultimi 10 chilometri per entrare in azione. Credo che il ciclismo non sia mai stato così divertente. La motivazione credo risieda nel fatto che oggi andiamo sicuramente più forte rispetto a dieci anni fa. I metodi di allenamento si sono evoluti, così come gli equipaggiamenti. Le bici sono più leggere, aerodinamiche e facili da guidare. È chiaro che i giovani corridori possano beneficiare di questi progressi tecnologici”.

Nel corso della lunga intervista, il vincitore della Liegi-Bastogne-Liegi 2021 si è espresso anche riguardo il ciclismo femminile, movimento sempre più in crescita del quale fa parte anche la sua fidanzata Urška Zigart: “Quando l’anno prossimo finirò il Tour, probabilmente mi fermerò per seguire la corsa femminile in camper. È un momento storico per il ciclimo e sarà un grande evento. Urška è felice di correre alla BikeExchange, ma sono estremamente felice che anche la UAE-Team Emirates abbia una squadra femminile. È un grande passo ed è importante perché il ciclismo femminile è davvero bello. Io sono felice di fare quello che posso per aiutare il ciclismo femminile. Gli uomini hanno copertura televisiva, stipendi e premi in denaro che le donne non hanno ancora. Urška viene spesso alle mie gare, per cui sono contento di poter andare alle sue. Al Tour de France Femmes potreste anche vedermi passare alcune borracce”.

Infine, per il ventitreenne è stato inevitabile prospettare un programma per la sua prossima stagione, che sarà ancora una volta incentrata sul Tour de France: “È praticamente certo che tornerò al Tour per vincere, anche se non sento la pressione di dover trionfare ancora. Come team stiamo crescendo e migliorando ogni anno ed è bello vedere che la squadra sta diventando una delle migliori al mondo […] Sono molto contento che ci siano importanti corridori in arrivo per il 2022. Siamo sulla strada giusta, abbiamo vinto due volte il Tour de France e questo mostra di cosa siamo capaci. La stagione 2021 è appena finita, ma io sono già curioso di scoprire cosa mi porterà il 2022″.

 

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