Movistar, Alejandro Valverde pessimista: “Vedo molto difficile che quest’anno potremo correre”

Anche Alejandro Valverde è a casa ad aspettare che la morsa delle restrizioni si allenti. Il prossimo 25 aprile compirà 40 anni ancora da protagonista assoluto del WorldTour con la maglia della Movistar che veste ormai dal lontano 2005 (quando era ancora Illes Balears – Caisse d’Epargne), nella speranza di poter tornare a correre il prima possibile. Nel frattempo, ha fatto sapere che questo stop non dovrebbe accelerare il suo addio al professionismo, anzi rilancerebbe le sue ambizioni fino al 2021, quando proverà anche a guadagnarsi il posto per i Giochi Olimpici di Tokyo. Il campione murciano si trova attualmente a casa sua in Spagna dividendosi tra allenamenti e i propri figli.

“Meno male che ho una grande casa e possono giocare a calcio, a tennis o andare in bicicletta” scherza al telefono con El Mundo, con cui fa il punto della situazione dopo un mese di quarantena: “Cerco di organizzarmi. Mi alzo alle sette, faccio i rulli per un’ora e un quarto, faccio colazione, poi sto con la famiglia, in palestra nel pomeriggio”.

Avere una data per il Tour de France è una buona cosa anche per lui, anche se certezze non ce ne sono ancora: “Manca ancora molto all’estate. È importante che il Tour si svolga, ma guardando come tutto questo si sta delineando, che non sta andando bene, non so cosa accadrà”. Anzi, resta piuttosto pessimista sul fatto che quest’anno si riuscirà a correre, quantomeno con continuità: “Tutto è molto complicato, vogliamo che ci sia lo sport, ma essendo realistico vedo molto difficile che quest’anno potremo correre. All’inizio della quarantena non pensavo di perdere questa stagione – aggiunge – ma vedendo come tutto procede, ci penso sempre di più. Ti prendi cura di te stesso e ti alleni con i rulli ma lo fai con poca motivazione. Non puoi fare lavori specifici, perché non sai quali saranno i tuoi obiettivi”. In ogni caso, l’idea resta quella di continuare a correre, ma è troppo presto per dare una risposta definitiva: “Potrei ritardare il ritiro, ma vediamo come va tutto questo e poi parliamo”.

Se si dovesse tornare a correre con il calendario attualmente stilato, potremmo comunque assistere a grandi sorprese a suo avviso: “Penso che Tour, Giro e Vuelta saranno gare molto atipiche, con risultati molto diversi da quelli del solito. Il fisico è abituato a una routine e a temperature specifiche. Inoltre, il fatto di avere passato un lungo periodo a casa influenzerà molto. Il corpo si abitua a tutto e grazie alle applicazioni di ultima generazione dei rulli, tutto è più facile, simulando molto bene la strada, ma alcuni stanno facendo cose scandalose con sessioni di allenamento di cinque o sei ore di fila. Questo non ha senso perché non sappiamo quali saranno gli obiettivi più vicini. I rulli ti bruciano fisicamente e mentalmente“.

Pensando alla corsa di casa, crede che anche il percorso andrebbe variato se si corresse davvero la Vuelta a novembre: “Quest’anno il percorso attraversa la zona settentrionale, la più fredda, quindi sarebbe necessario cercare regioni e monti più caldi che possano essere scalati in quelle date. Tutto sarà molto distorto“.

Nel frattempo, non si pone obiettivi: “Con questa situazione complicata che abbiamo, è difficile dare risposte“.

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