Campionati italiani 2020, Vincenzo Nibali non approva la data proposta: “L’1 novembre? Scandaloso”

Nei giorni in cui anche l’Italia, come già fatto da altri Paesi in Europa, pensa a una riapertura generalizzata delle attività, inizia a sembrare più vicina anche la ripresa delle gare ciclistiche. Per quello che riguarda gli appuntamenti in Italia, non c’è ancora ufficialità su alcunché, ad eccezione delle prove World Tour. Anche queste ultime, però, potrebbero essere suscettibili di cambiamenti. Chi auspica che almeno qualcosa venga modificato da qui alla ripartenza è Vincenzo Nibali. Il campione siciliano manifesta perplessità in particolare nei confronti della nuova data dei Campionati italiani 2020.

La proposta inoltrata all’UCI da Federazione ciclistica italiana e Lega del Ciclismo Professionistico prevede infatti le gare tricolore fra 31 ottobre (la cronometro) e 1 novembre, per quel che riguarda la prova in linea: “Una cosa scandalosa – dice il corridore della Trek-Segafredo in un’intervista a RaiSport – Poi stai due mesi con la maglia tricolore e basta? Non so quanto sia giusto o logico spostarli in quella data, ma ancora non è stato confermato niente. Credo che in corso ci saranno dei cambiamenti, lo spero”.

Nibali ha parlato anche di quelli che potrebbero essere i suoi obiettivi per la stagione, molto particolare, che dovrebbe ripartire nel mese di luglio: “Indossare la maglia di campione del mondo è uno dei sogni sempre lì nel cassetto. Dopo aver vinto Grandi Giri e classiche, un pensiero alla maglia arcobaleno lo fai. Con Tokyo 2020 spostata al 2021, l’obiettivo si sposta sui Mondiali di Aigle-Martigny 2020“. Mondiali che peraltro al momento sono tutt’altro che certi, almeno nelle località svizzere inizialmente previste.

Che ne pensa il siciliano della possibilità di correre senza pubblico sulle strade? “Il Giro ti permette di seguirlo anche sulla strada, a distanza. Partenze, arrivi o passaggi in montagna sono più problematici e se togli il pubblico da questi momenti il ciclismo ne soffre tanto, ma l’appassionato può viverlo anche dalla tivù. Comunque il nostro pubblico è sempre stato pacato, buono, eccetto alcune situazioni, e penso che sia possibile una situazione con i tifosi a debita distanza e che rispettano tutte le regole”.

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