Vuelta a España 2022, Victor Langellotti dalla dipendenza da FIFA alla maglia a pois: “Giocavo e basta, per tutto il giorno”

Quella di Victor Langellotti è una storia particolare, lo si è capito. Il corridore della Burgos-BH è stato il primo atleta del Principato di Monaco a prendere parte a una Vuelta a España. Langellotti, inoltre, all’edizione 2022 del Grande Giro spagnolo non avrebbe neppure dovuto esserci, visto che la squadra lo ha chiamato pochi giorni prima della partenza da Utrecht per l’indisponibilità dovuta al Covid di Angel Madrazo. Il monegasco, reduce dalla sua prima vittoria da professionista, alla Volta a Portugal, si è fatto trovare pronto è al termine della quinta tappa ha indossato la maglia a pois di miglior scalatore.

La storia particolare di Langellotti, 27 anni, parte però ancora prima. È lui stesso, figlio del presidente della Federazione ciclistica del Principato –  a raccontarla a Relevo: “Dopo aver praticato calcio e atletica ho iniziato ad andare in bicicletta. Il mio sogno era quello di correre insieme ai più grandi. Nel 2018 ho firmato il contratto con la Burgos-BH: mi sentivo come un bambino piccolo. Mi costava fatica restare in forma per stare in gruppo ma ero molto felice”.

Poi, i problemi, che maturarono sotto forma di dipendenza dai videogiochi: “Non vivevo più con mio padre e non c’era più nessuno che mi controllava. Ho iniziato giocando 2-3 ore al giorno e sono arrivato al punto di non fare praticamente nient’altro se non giocare. Non avevo più una vita sociale: giocavo a FIFA (videogioco di calcio – ndr) dalla colazione fino al momento in cui andavo a letto, alle 5 del mattino successivo”

Langellotti aggiunge: “Ero diventato una persona aggressiva. Ogni volta che perdevo una partita mi arrabbiavo e rompevo cose. Ormai ero un drogato: se mi toglievano la Playstation, prendevo il personal computer. È stata la mia ragazza a smuovermi: ‘Svegliati – mi diceva – Cosa stai facendo della tua vita?’. Avevo realizzato il mio sogno di correre in bicicletta e lo stavo gettando nella pattumiera”.

Proprio la bicicletta ha “rimesso in sella” il monegasco. “Mio padre mi chiamò per propormi la partecipazione al Campionato europeo 2020. Pesavo 15 chili più di adesso. Decisi di fissare quella corsa come obiettivo e di arrivarci nel miglior modo possibile. Così, vendetti la Play, l’Xbox, la Switch e anche il computer”. Due anni più tardi, è cambiato tutto: con l’aiuto del preparatore Alexis Gandía Langellotti è a tutti gli effetti un corridore con un posto fra i migliori al mondo. E oggi – giovedì – inizierà la tappa di un Grande Giro con una maglia distintiva sulle spalle.

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