Bilancio Squadre 2022: Alpecin-Deceuninck

L’annata della Alpecin-Deceuninck si conclude con una meritatissima promozione al WorldTour. La compagine belga, infatti, nel triennio appena concluso ha sempre fatto registrare numeri vicini a quelli delle migliori formazioni del massimo livello e il 2022 non fa eccezione. La formazione dei fratelli Roodhooft, infatti, chiude l’anno con ben 34 successi, tra cui la vittoria del Giro delle Fiandre e almeno due tappe in ogni GT. Nell’ultimo triennio, poi, la squadra ha imparato a essere sempre meno dipendente da van der Poel, che per il secondo anno di fila non è il corridore più vincente del team, pur restandone comunque il leader e uomo più rappresentativo della squadra.

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Mathieu van der Poel è autore di un’altra grande stagione, nonostante problemi di varia natura nella seconda parte. L’anno del classe ’95 si apre con il podio alla Milano-Sanremo, beffato da Mohoric e anticipato anche da Turgis prima dello sprint di via Roma, ma l’appuntamento con la prima gioia stagionale è solo rimandata a qualche giorno più tardi, quando sul traguardo di Montecatini si prende la quarta tappa della Settimana Coppi e Bartali. Nel suo terreno di caccia preferito, vale a dire le classiche del nord, il nipote di Raymond Poulidor vince prima la Dwars door Vlaanderen e poi conquista il secondo Giro delle Fiandre della sua carriera dopo un lungo testa a testa con Tadej Pogacar. Al Giro d’Italia, poi, vince la prima tappa andando così ad indossare anche la maglia rosa, che si aggiunge a quella gialla indossata lo scorso anno al Tour. Il ventisettenne ottiene poi altri tre podi di giornata (due dei quali a cronometro, a conferma della sua estrema duttilità), ma dall’arrivo all’Arena di Verona la sua stagione prende una piega negativa. Arriva al Tour fuori condizione dovute a delle scelte di preparazione sbagliate e nel corso dell’undicesima tappa deve già abbandonare la corsa dopo un ultimo disperato tentativo di andare in fuga. Quando a settembre batte Girmay al Giro di Vallonia, van der Poel è uno dei principali candidati per la vittoria del mondiale australiano, ma proprio la notte prima della prova in linea viene fermato dalla polizia locale dopo un alterco con alcune giovanissime ragazze nel suo hotel (alla fine sarà condannato a pagare una multa e a restare fuori dal paese per tre anni) e il giorno successivo abbandona la corsa dopo soli 30 chilometri. Si è comunque già ripreso, visto che dalla fine della stagione su strada è già salito sul podio del mondiale gravel e ha vinto due gare nel suo amato ciclocross.

Se c’è un uomo che ha dimostrato che la Alpecin-Deceuninck non è solo van der Poel, quell’uomo è sicuramente Jasper Philipsen. Il velocista belga, infatti, è il corridore più vincente nella stagione del team a quota nove successi, ben distribuiti nell’arco della stagione. Allo UAE Tour che inaugura la sua stagione, il classe ’98 mette subito due firme, seguite, dopo una campagna delle Classiche non eccezionale, da un’altra vittoria al Giro di Turchia, in cui arrivano addirittura ben quattro secondi posti. Dopo aver vinto una tappa del Giro del Belgio arriva tirato a lucido al Tour de France, al contrario di van der Poel. Dopo un inizio con tanti piazzamenti, sulla falsa riga della Grande Boucle dello scorso anno, a Carcassone ottiene la sua prima vittoria di tappa nel GT francese. Dopo essere stato beffato da Laporte nella tappa di Cahors, riesce comunque a ottenere il bis e lo fa sul prestigioso traguardo dei Campi Elisi che chiude le tre settimane. Nel finale di stagione, poi, prende parte quasi sempre a gare minori, incrementando il suo bottino stagionale con una tappa del Giro di Danimarca, la Omloop van het Houtland e la Parigi-Bourges. Lui è uno dei punti fermi da cui ripartire il prossimo anno.

Oltre ai successi nelle classiche e negli sprint, la Alpecin-Deceuninck quest’anno si è riscoperta competitiva anche in montagna, soprattutto grazie alle prestazioni di Jay Vine. Il vincitore della Zwift Academy 2020 si era già ben comportato alla Vuelta 2021, ma nel 2022 riesce a compiere il salto di qualità già a partire dal Giro di Turchia, chiuso al secondo posto nella generale. La corsa a tappe anatolica, però, è solo il punto di partenza della sua bella stagione, che prosegue con un altro secondo posto, stavolta nella generale del Giro di Norvegia, dove solo Remco Evenepoel riesce a batterlo. L’australiano e il fenomeno belga si incrociano di nuovo sulle strade della Vuelta, in particolare nella sesta frazione, che è un po’ il giorno di entrambi, visto che il corridore della QuickStep-AlphaVinyl si libera degli altri big della generale e si prende la maglia rossa, ma non riesce a riprendere Vine, che aveva attaccato dalla fuga ed è stato l’unico a resistere al ritorno dell’attuale campione del mondo prendendosi la sua prima vittoria in carriera in un GT. Un risultato già incredibile per uno che due anni fa gareggiava più sui rulli che in strada, ma che lui replica appena due giorni dopo trionfando anche in cima a Collau Fancuaya dopo un’altra giornata all’attacco. A quel punto diventa il favorito per la maglia a pois, ma nei primi chilometri della diciottesima tappa viene coinvolto in una caduta ed è costretto ad abbandonare la corsa. Le occasioni non mancheranno per il classe ’95, che però dal prossimo anno correrà in maglia UAE Team Emirates, in cui potrebbe avere inevitabilmente meno spazio.

+++ Mathieu van der Poel
++ Jasper Philipsen
+ Jay Vine

FLOP

Nonostante i cinque successi stagionali, Tim Merlier non può considerarsi completamente soddisfatto del suo 2022. Il belga arrivava da un’annata in cui aveva vinto tappe sia al Giro che al Tour, mentre quest’anno è costretto a saltare i primi due GT stagionali, quello italiano per infortunio e quello francese per scelta tecnica, partecipando alla Vuelta, nella quale però non riesce a brillare. Nell’anno ci sono comunque risultati importanti come un bronzo europeo, il titolo di campione nazionale, una tappa della Tirreno-Adriatico e qualche semi-classica belga che, uniti al talento che ha già mostrato nelle passate stagioni, hanno convinto la Soudal-QuickStep di Lefevere a puntare su di lui per le prossime stagioni.

Un altro corridore che ha dato un contributo inferiore a quello preventivato dal team è Xandro Meurisse. Dopo un buon inizio di stagione, che lo ha visto chiudere al secondo posto una tappa della Tirreno-Adriatico e salire sul podio del GP Larciano e del Circuit de la Sarthe, il belga si comincia a perdere nelle Ardenne, uno dei suoi obiettivi stagionali, non raccogliendo più di un decimo posto alla Freccia del Brabante. Quella sarà l’ultima top 10 della sua stagione, nonostante partecipi alla Vuelta e a praticamente tutte le classiche autunnali italiane. La buona notizia per lui è la rinnovata fiducia del team con il prolungamento del contratto fino al 2025 per continuare a crescere insieme e superare questo 2022 più difficile del previsto.

Anche Silvan Dillier non ha vissuto una grande annata. Per la prima parte dell’anno corre con la maglia di campione nazionale svizzero, ma non riesce mai a metterla in mostra e poi non riesce nemmeno a difenderla, chiudendo sesto nei campionati nazionali di quest’anno, staccatissimo dai primi. Al Tour in qualche occasione si mette a lavorare in testa al gruppo, ma il contributo che riesce a dare è veramente poco per un corridore che in carriera ha vinto una tappa al Giro e ha sfiorato il successo alla Parigi-Roubaix.

– Tim Merlier
— Xandro Meurisse
— Silvan Dillier

Miglior Momento

La squadra è cresciuta in tanti ambiti, ma le Classiche del Nord restano la specialità della casa e quindi non è una caso che il miglior momento della stagione venga dalla primavera. Non è un caso nemmeno che la firma sia quella d’autore di Mathieu van der Poel, autore di un altro capolavoro al Giro delle Fiandre. Dopo aver battuto Van Aert nell’edizione del 2020, stavolta il neerlandese deve confrontarsi con Pogacar in un lungo testa a testa, prima resistendo agli attacchi dello sloveno in salita e poi facendo il ritmo praticamente da solo nei chilometri finali. Lo sprint è senza storia e anche Van Baarle e Madouas che rientrano da dietro non riescono ad avvicinarsi al classe ’95, che regala così un’altra vittoria di prestigio al suo team.

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