Tour de France 2023, Carlos Rodriguez approfitta della marcatura tra Pogacar e Vingegaard! Il danese guadagna 1 secondo

Sfida sul filo dei secondi nella quattordicesima tappa del Tour de France 2023. Sfruttando la marcatura tra Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard, che fanno quasi del surplace in cima al Col du Joux Plane, a trionfare a Morzine è Carlos Rodriguez, che perdeva oltre un minuto dalla coppia di testa nel corso dell’ultima salita di giornata. Dopo aver scollinato con appena venti secondi di ritardo, riprendendoli nel falsopiano successivo assieme ad Adam Yates, lo spagnolo si è tuffato in discesa e li ha anticipati di una manciata di secondi sul traguardo. Dopo aver perso la volata al GPM, concedendo tre secondi a Vingegaard, Pogacar chiude la tappa in seconda posizione e recupera due secondi grazie all’abbuono, concedendo così un secondo al termine della giornata.

I due sono così ora separati da dieci secondi nella classifica generale, mentre il vincitore di giornata sale sul podio provvisorio con un ritardo di 4’43”, spodestando per appena un secondo Jai Hindley (Bora-hansgrohe). Si avvicina anche Adam Yates, ora a 5’20”, mentre tutti gli altri sembrano ormai tagliati fuori visto che in sesta posizione sale Sepp Kuss (Jumbo-Visma), a 8’20”. Crolla infatti Tom Pidcock (Ineos-Grenadiers), che perde quasi nove minuti uscendo dai primi dieci.

Il video dell’arrivo

Il racconto della corsa

La tappa parte con Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) in prima posizione del gruppo, pronto a reagire ad eventuali accelerazioni, che ovviamente non tardano ad arrivare. Tra i più attivi sin dalle prime fasi c’è la maglia a pois Neilson Powless (EF Education-Easypost), ma dopo appena cinque chilometri di corsa il gruppo, dal quale continuano gli attacchi si deve fermare in seguito ad una impressionante caduta. Ai 30 corridori che finiscono a terra in una caduta in discesa si aggiungono tutti coloro che devono mettere il piede a terra, lasciando davanti pochissimi corridori. Christian Prudhomme ferma così la corsa per una trentina di minuti, il tempo di garantire a tutti i soccorsi e riottenere le ambulanze necessarie per garantire al sicurezza.

Si riparte senza Louis Meintjes (Intermarché-Circus-Wanty) e Antonio Pedrero (Movistar), nonché molti corridori pesantemente colpiti. Fra questi anche Esteban Chaves (EF Education – EasyPost), che a sua volta sarà costretto al ritiro dopo pochi chilometri dalla ripartenza, non appena la strada inizia a salire. Sulla prima salita sono Krists Neilands (Israel – Premier Tech), Julian Alaphilippe (Soudal – QuickStep) e Lars van den Berg (Groupama – FDJ) a portare fuori una fuga, alla quale si aggregano rapidamente Daniel Felipe Martínez (INEOS Grenadiers) e Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan). In discesa resta tuttavia davanti il solo Alaphilippe, mentre al suo inseguimento si registra la caduta di Romain Bardet (Team dsm-firmenich) e James Shaw (EF Education – EasyPost), entrambi costretti al ritiro.

Sulla salita successiva, in seguito a numerosi scatti, al comando si forma un gruppo numeroso, composto da Thibaut Pinot (Groupama – FDJ), Guillaume Martin (Cofidis), Mikel Landa (Bahrain – Victorious), Gorka Izagirre (Movistar Team), Julian Alaphilippe (Soudal – QuickStep), Tobias Halland Johannessen (Uno-X Pro Cycling Team), Giulio Ciccone (Lidl – Trek), Michał Kwiatkowski (INEOS Grenadiers), Matteo Jorgenson (Movistar Team), Daniel Felipe Martínez (INEOS Grenadiers), Krists Neilands (Israel – Premier Tech), Simon Geschke (Cofidis), Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team), Clément Champoussin (Team Arkéa – Samsic), Neilson Powless (EF Education-Easypost), Juan Pedro López (Lidl – Trek), Hugo Houle (Israel – Premier Tech), Alex Aranburu (Movistar Team), Matej Mohorič (Bahrain – Victorious), Nils Politt (BORA – hansgrohe), Anthony Perez (Cofidis), Lawson Craddock (Team Jayco – AlUla), Mads Pedersen (Lidl – Trek), Michael Gogl (Alpecin-Deceuninck) e Søren Wærenskjold (Uno-X Pro Cycling Team).

Sarà questa la fuga di giornata, ma la Jumbo – Visma non ha intezione di concedere spazio e si mette compatta in testa al gruppo. Primo uomo del treno è Christophe Laporte, che fa un lavoro enorme tenendo sempre i battistrada ad appena trenta secondi di vantaggio nel corso di una salita che in cima vede la bagarre per la maglia a pois. A spuntarla è Ciccone, che supera Powless, Alaphilippe, Pinot e Landa, mentre ovviamente nel corso della salita alcuni uomini iniziano a perdere contatto. La battaglia tra i battistrada prosegue con Ciccone, Woods e Pinot fra i più attivi, allungando sul Col du Feu. A condurre l’inseguimento è Powless, preoccupato per la sua maglia a pois, me il ritmo di Ciccone è troppo per lo statunitense, così come per il suo compagno Lopez. Ripresi da Landa e Aranburu, Woods rilancia poi ulteriormente, con il solo Ciccone a seguirlo, per poi superarlo in cima alla salita, mentre Pinot si gestisce, salendo del suo passo, assieme a Mikel Landa. Ciccone resta poi da solo in discesa, fino a rialzarsi per farsi riprendere da Aranburu, Landa, Pinot, Woods e Poels.

In gruppo intanto restano appena una cinquantina di uomini, tra i quali un David Gaudu (Groupama-FDJ) che si salva grazie al supporto dei compagni dopo aver fatto l’elastico nelle ultime posizioni in vista del GPM. Nel corso dell’ascesa verso il Col de Jambaz, dove c’è solo un TV e non valido come GPM, il gruppo si avvicina sempre più agli attaccanti, sui quali sono rientrati Martin, Gorka Izagirre, Martínez, Lutsenko e Hugo. La sorte della fuga appare tuttavia ormai segnata, con il gruppo che arriva ai piedi del Col de la Ramaz con appena 40 secondi di ritardo. A quel punto Ciccone prova subito a scattare, seguito da Woods, ma dietro la Jumbo-Visma non lascia scampo.

All’impressionante azione di Laporte si sostituisce il ritmo di Nathan Van Hooydonck, che a dieci chilometri dalla vetta porta ad appena venti secondi il ritardo dalla coppia di testa, dopo aver ormai ripreso tutti gli altri, tra i quali solo Martin prova ad accodarsi, mentre Pinot si sfila, così come Landa. Quando ormai il gruppo li vede a pochi secondi Woods si rialza, mentre Ciccone prova un nuovo scatto, ma ormai non ha scampo e quando tocca a Benoot portarsi in testa l’abruzzese si rialza e viene ripreso a 58 chilometri dalla conclusione da un gruppo composto da Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma), Tadej Pogačar (UAE Team Emirates), Jai Hindley (BORA – hansgrohe), Carlos Rodríguez (INEOS Grenadiers), Adam Yates (UAE Team Emirates), Simon Yates (Team Jayco – AlUla), Pello Bilbao (Bahrain – Victorious), Thomas Pidcock (INEOS Grenadiers), David Gaudu (Groupama – FDJ), Sepp Kuss (Jumbo-Visma), Felix Gall (AG2R Citroën Team), Guillaume Martin (Cofidis), Emanuel Buchmann (BORA – hansgrohe), Jonathan Castroviejo (INEOS Grenadiers), Chris Harper (Team Jayco – AlUla), Rafał Majka (UAE Team Emirates), Egan Bernal (INEOS Grenadiers), Felix Großschartner (UAE Team Emirates), Wout van Aert (Jumbo-Visma), Jack Haig (Bahrain – Victorious), Tiesj Benoot (Jumbo-Visma), Giulio Ciccone (Lidl – Trek), Dylan van Baarle (Jumbo-Visma), Gregor Mühlberger (Movistar Team) e Marc Soler (UAE Team Emirates).

Nel corso della salita il gruppo continua ad assottigliarsi e tra le vittime principali ci sono Bernal e Pidcock, con il britannico che è dunque il primo a saltare tra gli uomini di alta classifica. Dopo aver fatto a lungo l’elastico, il campione olimpico di MTB cede a un chilometro dalla vetta, quando arriva Wout Van Aert a imporre il ritmo in testa ad un gruppo ormai composto da appena 15 corridori. Al GPM il ritardo è di 35 secondi, ma il classe 1999 non ha le forze o la lucidità per poter sfruttare le sue qualità di discesista, dovendo così lasciar andare il gruppetto dei migliori, sempre condotto da Van Aert. Il ritmo del belga è invece fatale a Castroviejo, fermato dai crampi, provocando una frattura che vede Gall, Martin, Harper e Simon Yates perdere quei pochi metri che velocemente diventano secondi.

Questi uomini riescono a rientrare prima di arrivare ai piedi del Col de Joux Plane, ma le energie spese si fanno rapidamente sentire quando la strada torna a salire. Qui è la UAE Team Emirates che prova a scuotere la situazione, con Rafal Majka che manda in frantumi il gruppetto. Tra i primi a lasciare Gaudu e Martin, ma il ritmo del polacco perde vigore, consentendo a Van Aert di rientrare per dare una nuova staffilata che manda in difficoltà anche Simon Yates e Pello Bilbao. Quando si sposta il belga è Kuss a portarsi davanti e a quel punto alla sua ruota restano solo Vingegaard, Adam Yates, Pogacar, Hindley, Gall e Rodriguez, mentre oramai Pidcock è a tre minuti.

Alle spalle di questi uomini si crea il vuoto, ma quando Kuss alza ulteriormente il ritmo Gall e Hindley sono costretti a mollare la presa. A cinque chilometri dal GPM è di nuovo la UAE a prendere il controllo, con Adam Yates che accelera ulteriormente, staccando Kuss e Rodriguez. Il britannico lavora sino a tre chilometri dalla vetta, quando Pogacar piazza uno scatto deciso. Vingegaard prova a seguirlo, ma capisce subito di non avere le gambe per poter proseguire e si siede, preferendo gestirsi. Pogacar si guarda dietro e prova a sfruttare il momento, ma non riuscirà mai a guadagnare più di cinque secondi. Quando al sua azione perde di intensità Vingegaard ne approfitta e rientra a 1500 metri dalla vetta.

A quel punto i due fanno quasi surplace, iniziando una lunga fase di studio che dura sino a 500 metri dal GPM. Qui Pogacar prova a scattare, ma viene rallentato dalle moto e deve rialzarsi, trovandosi così costretto a prendere in testa una volata al traguardo bonus in cui viene sorpreso dal rivale, che si prende così otto secondi di abbuono, contro i cinque che spettano al secondo. I due proseguono a ritmo turistico anche nel tratto in falsopiano ascendente che porta all’imbocco della discesa.

È proprio qui che rientrano Rodriguez e Yates, con lo spagnolo che si getta subito all’attacco, guadagnando una manciata di secondi da un Pogacar più prudente. Malgrado l’aiuto poi di Yates nello strappetto conclusivo, lo sloveno non riesce a rientrare su Rodriguez che si prende così la sua prima vittoria al Tour de France, togliendo l’abbuono massimo a Pogacar, la cui seconda posizione gli permette comunque di rosicchiare due secondi al danese, incollato alla sua ruota.

 

Risultato Tappa 14 Tour de France 2023

Classifiche Tour de France 2023

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