Giro d’Italia 2022, Jan Hirt conquista l’Aprica! Richard Carapaz resiste in Maglia Rosa, perdono terreno Nibali e Pozzovivo

Jan Hirt conquista la sedicesima tappa del Giro d’Italia 2022. Il corridore della Intermarché – Wanty – Gobert si impone sull’Aprica al termine di una lunga fuga superando Thymen Arensman e resistendo al ritorno dei migliori, che si giocano la terza posizione con i quattro secondi di abbuono che vanno a Jai Hindley. L’australiano si avvicina così ad appena tre secondi da Richard Carapaz (Ineos Grenadiers), quarto di giornata, in classifica generale. Con loro sul traguardo arrivano Mikel Landa (Bahrain-Victorious), primo ad attaccare dopo il grande lavoro del suo team, e Alejandro Valverde (Movistar), reduce dalla fuga del mattino.

Poco più dietro Joao Almeida (UAE Team Emirates), che limita i danni in appena 14 secondi salendo con grande regolarità. Nei dieci anche Vincenzo Nibali (Astana Qazaqstan), che dopo aver fatto lavorare i compagni sul Mortirolo aveva provato un attacco in discesa, venendo poi staccato sul Valico Santa Cristina dagli scatti dei migliori, concludendo nono, con un ritardo di 42 secondi. Un risultato che gli consente di sfilare la quinta posizione ad uno sfortunato Domenico Pozzovivo (Intermarché-Wanty-Gobert), caduto nel Mortirolo e costretto ad un lungo inseguimento che lo ha sfiancato.

Le montagne che attendono i corridori sembrano spaventare tutti in gruppo, comprese le biciclette. Sono tanti, infatti, i problemi meccanici che si registrano nel tratto di trasferimento, con il gruppo che al chilometro zero è costretto a mettere piede a terra per attendere il rientro di Jan Hirt (IWG), l’ultimo corridore a fermarsi. Subito dopo il via cominciano subito gli scatti, con Mathieu van der Poel che si lancia subito all’attacco. Si forma così un sestetto con Nans Peters (ACT), Pascal Eenkhoorn (TJV), Mathieu van der Poel (AFC), Thomas De Gendt (LTS), Christopher Juul-Jensen (BEX) e Mark Cavendish (QST). Mentre Giulio Ciccone (TFS) richiede l’assistenza della macchina del medico in coda al gruppo, continuano gli scatti, ma per tanti chilometri nessuno riesce a fare la differenza, con il sestetto che arriva ad avere un vantaggio massimo di circa un minuto.

Non appena inizia la salita verso il primo GPM di giornata, Goletto di Candio, prova a fuoriuscire dal gruppo anche Wout Poels (TBV), portandosi dietro Harm Vanoucke (LTS). Presto, però, il belga riesce a mettere in difficoltà il compagno di attacco, rimanendo tutto solo all’inseguimento. La sua azione in solitaria dura però poco, perché viene presto ripreso da un gruppetto trainato da Dario Cataldo (TFS), che sta cercando di lanciare all’attacco il corregionale Ciccone alla sua ruota. Questo gruppetto va a riprendere i sei fuggitivi, da cui si stacca Cavendish. Nel frattempo prova ad uscire dal gruppo anche Guillaume Martin (Cofidis) dando il là a tutta una serie di altri attacchi.

Dopo tutta una serie di scatti e controscatti si forma finalmente la prima fuga di giornata, composta da Guillaume Martin (COF), Alejandro Valverde (MOV), Jan Hirt (IWG), Wilco Kelderman (BOH), Thymen Arensman (DSM), Giulio Ciccone (TFS), Hugh Carthy (EFE), Lorenzo Fortunato (EOK), Simon Yates (BEX), Lennard Kämna (BOH), Koen Bouwman (TJV), Lorenzo Rota (IWG), Mauri Vansevenant (QST), Davide Formolo (UAD), Nans Peters (ACT), Pascal Eenkhoorn (TJV), Wouter Poels (TBV), Filippo Zana (BCF), Sylvain Moniquet (LTS), Dario Cataldo (TFS) e Christopher Juul-Jensen (BEX), mentre in gruppo si mettono a tirare gli uomini della Ineos Grenadiers. Su di loro prova a riportarsi anche Edoardo Zardini (DRA), che, però, non riesce a concludere l’inseguimento.

L’andatura nel gruppo di testa è comunque molto alta, con Cataldo che si scarifica per il compagno di squadra: fanno quindi fatica davanti a rimanere tutti insieme. Con tanti corridori che vanno in difficoltà, una nuova accelerazione dei due abruzzesi finisce per rompere il gruppo di testa a circa 5 chilometri dal GPM, conquistato da Ciccone davanti a Bouwman. Non fanno più parte del tentativo invece Peters, Juul-Jensen, Bais e Zana, con quest’ultimo che tuttavia riesce a rientrare subito dopo lo scollinamento. Dai primi perde invece contatto per una foratura Kelderman, che viene raggiunto da Bais, con il quale riesce poi a rientrare nel tratto di pianura che porta verso il Mortirolo. Gli altri invece cominciano ad essere progressivamente ripresi dal gruppo, tirato con moderazione dalla Ineos Grenadiers, che concede al vantaggio di 2’22” registrato in cima di gonfiarsi.

Quando sembra tutto tranquillo seguendo uno schema tradizionale, la fuga non trova più l’intesa per proseguire e iniziano gli scatti. Nel falsopiano che porta alla attesa montagna si avvantaggiano dunque Alejandro Valverde (MOV), Thymen Arensman (DSM), Lennard Kämna (BOH), Koen Bouwman (TJV), Lorenzo Rota (IWG), Christopher Hamilton (DSM), Wouter Poels (TBV) e Dario Cataldo (TFS), con gli altri che fanno fatica ad organizzarsi. Grazie sopratutto al laovoro di Hamilton, questi uomini cominciano a scavare un distacco importante sugli ex compagni di avventura, così come sul gruppo, che ne approfitta per una pausa fisiologica. Arrivati a Edolo, Cataldo si sfila dal gruppetto di testa e si fa riprendere dagli inseguitori, mettendosi subito al servizio di Ciccone, imprimendo subito un notevole cambio di ritmo che costringe Bais a rialzarsi.

Davanti invece è Lorenzo Rota il primo a perdere terreno, venendo ripreso da Ciccone e Carthy, che si lanciano all’inseguimento non appena inizia la vera scalata del Mortirolo. Con loro provano a rientrare anche Hirt e Kamna, ma solo il corridore ceco riesce a seguire, con anche Yates, Fortunato e Martin che provano ad organizzare un buon ritmo per non perdere il treno, ma il ritmo non è sufficiente. Unici a rientrare sui battistrada sono così Carthy e Hirt, mentre un esausto Ciccone deve cedere il passo quando ormai la testa della corsa era ormai a vista. Dietro invece è la Astana Qazaqstan a prendere in mano la situazione, quando il ritardo tocca ormai i 5’20”. L’accelerazione non sembra portare vantaggi in termini cronometrici immediati, ma il gruppo comincia a sgretolarsi sotto l’azione dei compagni di Vincenzo Nibali, che chiede di imprimere una ulteriore sgasata in vista del GPM, che aveva visto in precedenza Bouwman prendere altri punti pesanti.

Transitato in prima posizione del gruppo, con un ritardo di 4’32” dalla testa della corsa, Vincenzo Nibali si tuffa subito in discesa, provocando una ulteriore selezione in un gruppetto dei migliori ridotto ad appena una dozzina di unità. Nelle prime rampe della discesa finisce fuori strada Domenico Pozzovivo (Intermarché-Wanty-Gobert), fortunatamente senza conseguenze, ma deve aspettare l’ammiraglia e perde moltissimo tempo mentre il suo ex capitano pennella curve staccando tutti gli altri. A condurre l’inseguimento è Richard Carapaz (Ineos Grenadiers) in persona, che scende con grande determinazione, andando a riprendere il siciliano dopo il tratto più tecnico, con i battistrada ancora compatti a quel punto segnalati a 3’10”. Dietro di loro Ciccone attende gli altri, formando un gruppettino di sette uomini con Hamilton, Fortunato, Kelderman, Martin, Vansevenant e Yates.

A comporre il gruppo a fine discesa sono invece solamente Richard Carapaz (INEOS Grenadiers), Pavel Sivakov (INEOS Grenadiers), Vincenzo Nibali (Astana Qazaqstan Team), Mikel Landa (Bahrain – Victorious), Pello Bilbao (Bahrain – Victorious), Emanuel Buchmann (BORA Hansgrohe), Jai Hindley (BORA Hansgrohe), João Almeida (UAE Team Emirates) e Davide Formolo (UAE Team Emirates), ma con il naturale rallentamento in pianura sono in molti a rientrare, compresi Juan Pedro Lopez (Trek-Segafredo), che aveva perso terreno nelle fasi finali del Mortirolo, Richie Porte (Ineos Grenadiers), vittima di un problema meccanico in cima alla salita, e uno splendido Pozzovivo, capace di recuperare oltre un minuto per rientrare sui rivali, grazie anche al sostegno di Rein Taaramae.

Nel tratto di strada che porta alla salita di Teglio, dove è posto il secondo TV, gli inseguitori alzano bandiera bianca, perdendo notevolmente terreno rispetto agli attaccanti, fino ad essere ripresi nelle prime fasi dello strappo, con Fortunato ultimo ad arrendersi. Davanti invece Bouwman perde rapidamente contatto, finendo per essere ripreso dal gruppo, tirato prima dalla Astana Qazaqstan poi dalla Bahrain – Victorious con molta più decisione, subito dopo lo scollinamento, che vede Juan Pedro Lopez tirare un sospiro di sollievo visto che stava per perdere contatto, imitando Guillaume Martin che aveva invece perso terreno nelle rampe conclusive. Conclusa la salita forzando, Kamna prosegue la sua azione decisa nel tratto di discesa, isolandosi rispetto agli altri uomini di testa.

Il tedesco si presenta così ai piedi del Valico di Santa Cristina con un vantaggio di 32 secondi rispetto a coloro con cui ha trascorso gran parte della tappa, dai quali si lascia sfilare rapidamente Wout Poels, che aspetta il gruppo condotto dai suoi compagni di squadra per mettersi a tirare non appena viene ripreso. Il forcing della formazione bahrainita screma nuovamente il gruppo, con Buchmann e Lopez che perdono contatto prima di entrare nel tratto più impegnativo. Sono così i soli Richard Carapaz (IGD), Jai Hindley (BOH), João Almeida (UAD), Mikel Landa (TBV), Domenico Pozzovivo (IWG), Pello Bilbao (TBV), Vincenzo Nibali (AST), Santiago Buitrago (TBV), Pavel Sivakov (IGD), Richie Porte (IGD) e Wouter Poels (TBV) a prendere insieme la temuta svolta a sinistra, imboccandola con un ritardo di 2’56”. Mentre davanti Arensman e Hirt si lanciano separatamente all’inseguimento di Kamna, in gruppo Pozzovivo perde terreno subito prima dell’ultima trenata di Poels, mentre Bilbao non ne ha per dare il suo contributo.

A quel punto sono Nibali e Almeida ad andare in difficoltà, finendo per staccarsi nel momento in cui Landa prende le cose in mano, seguito solamente da Carapaz e Hindley. Nibali inizialmente prova a tenere duro, decidendo poi di attendere Almeida, con i due che restano vicini al terzetto di testa. Quando Almeida prende in mano l’inseguimento staccando il siciliano ed avvicinandosi notevolmente ai rivali, è Hindley a scattare di nuovo, con i tre che capiscono la necessità di collaborare per tenere lontano il portoghese. Dal canto suo il leader della UAE Team Emirates si difende molto bene, tenendo sempre a vista il trio, che nel frattempo riprende e stacca anche Carthy, mentre Valverde riesce a resistere con loro.

Davanti a loro invece Kamna viene ripreso e staccato da Hirt e Arensman, con quest’ultimo costretto ad arrendersi al ritmo del ceco, che riesce a scollinare con una dozzina di secondi di vantaggio. Distacco simile a quello che in cima separa Almeida dal quartetto composto da Carapaz, Hindley, Landa e Valverde, con la Maglia Rosa che in discesa prova subito a rilanciare per impedire il rientro della Maglia Bianca. La situazione sostanzialmente non cambia più fino al traguardo, con Hirt che si impone in solitaria resistendo al ritorno di Arensman. Gli uomini di classifica si sfidano invece in volata senza energie che premia Hindley.

Risultato Tappa 16 Giro d’Italia 2022

Classifica Generale Giro d’Italia 2022

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