#SpazioTalk, Francesco Frassi (DS Corratec): “Ovviamente c’è delusione nel non fare il Giro, ma cercheremo di fare il massimo nel resto dell’anno per dimostrare che questa WildCard ce la saremmo meritata”

Settimana scorsa, RCS ha diramato le WildCard per il Giro d’Italia 2024, e tra le squadre che non hanno ricevuto l’invito spicca sicuramente il Team corratec-Vini Fantini. Dopo aver partecipato alla Corsa Rosa dello scorso anno, animando la gara con tante fughe da lontano e cogliendo anche alcuni piazzamenti, la formazione guidata da Serge Parsani è risultata l’unica Professional italiana a restare fuori dal lotto delle invitate, e questo nonostante un CicloMercato che ha visto la squadra rinforzarsi con diversi corridori provenienti dal WorldTour. La redazione di SpazioCiclismo ha parlato di questa esclusione e delle conseguenze che comporta con Francesco Frassi, direttore sportivo del team, in un’intervista esclusiva che potete ascoltare anche nell’ultima puntata di SpazioTalk.

Al contrario del 2023, la Corratec non ha ricevuto l’invito per il Giro d’Italia. Come ve lo spiegate e come commentate questa decisione?
Ovviamente c’è un po’ di delusione perché chi è che non vorrebbe fare il Giro. Per una squadra italiana come noi, con gran parte dei corridori e dello staff italiani, sarebbe già una soddisfazione farlo, quindi è normale che c’è un po’ di delusione, ci dispiace non essere presenti al Giro. Si sa quanto è bella la Corsa Rosa, quanto è bello esserci, quindi siamo un po’ dispiaciuti, quello sì. Purtroppo la scelta di RCS è stata quella e la accettiamo perché non possiamo fare altrimenti. Abbiamo ottenuto altre WildCard che ci ha dato RCS, Milano-Sanremo, Tirreno-Adriatico, Strade Bianche, e cercheremo di metterci in luce in quelle gare. In più, abbiamo un bel calendario da fare per tutto l’anno e abbiamo un’ottima squadra, quindi cercheremo di fare veramente il massimo per dimostrare che questa WildCard ce la saremmo meritata, a mio parere. Comunque, senza piangersi addosso, andiamo avanti, concentrati a fare bene.

Come cambia adesso un po’ anche mentalmente la preparazione, l’approccio a questa stagione, senza quello che sarebbe stato il grande obiettivo?
A livello di calendario ovviamente cambia, però noi avevamo improntato tutta la stagione già con l’ipotesi senza Giro. Nel caso non ci fosse stato il Giro, avevamo già un calendario fatto. E, in caso avessimo comunque preso l’invito, avevamo più attività durante il Giro ed eravamo già attrezzati per farla. Quindi ci cambia poco a livello della nostra attività perché i corridori hanno un calendario prestabilito. Chi sapevamo che avrebbe fatto il Giro avrebbe fatto un certo avvicinamento al Giro, ora cambiamo un po’ i piani su una preparazione per tirare dritto fino ai primi di maggio a cercare di ottenere il massimo con il gruppo di corridori. Nell’altro caso, se avessimo fatto il Giro, magari il gruppo del Giro avrebbe staccato, avrebbe fatto altura nel mese di aprile. Quindi, rimettiamo in piedi gli incastri di calendario in questo modo, però le gare ci sono già, li inviti li abbiamo, anche perché per prenderli dobbiamo partire da novembre, e abbiamo già un calendario stabilito. Quello che non sapevamo erano Tirreno, Sanremo, Strade Bianche, quindi ora stiamo un po’ incastrando i corridori più adatti a queste gare per ben figurare anche lì, ma sono cose di routine normali, non ci stravolge niente a livello di lavoro.

Senza nulla togliere, ovviamente, al vostro roster dell’anno scorso, però l’impressione è che vi siate rinforzati con l’ultimo CicloMercato. C’è un po’ di dispiacere anche per il fatto che erano stati presi corridori che probabilmente avrebbero ben figurato in una corsa come il Giro? Penso soprattutto a Bonifazio, Mareczko, Padun.
Lo scorso anno avevamo una squadra minore, era il primo anno che facevamo Professional, ragazzi che venivano dalla Continental con noi. Avevamo preso Valerio Conti come uomo d’esperienza che poteva fare risultati, poi la fortuna non è stata dalla sua parte. Quindi, quest’anno avevamo rinforzato la squadra per due motivi: uno per fare un’attività dove andare a caccia del massimo di punti UCI, perché sono importantissimi per la classifica mondiale dei team, e poi per avere un diritto in più a chiedere la WildCard, avendo un roster ancora più forte. Quindi abbiamo preso Mareczko, Padun, Bonifazio, Sbaragli, Stewart, che magari non è un ragazzo molto conosciuto ma è molto forte, avevamo preso nel finale di stagione anche Ponomar, riconfermato Valerio Conti, quindi sapevamo di avere una squadra pronta per ben figurare. Questo è quello che poi ci fa più dispiacere, perché avere una squadra più forte dello scorso anno e non riuscire a fare il Giro è ancora un dispiacere più grande. Oltre alla possibilità di risultato che potevamo fare, poi, c’è l’altro aspetto di squadra, di visibilità, di sponsor che ci dà un Giro d’Italia quando le altre gare non riescono a darcelo, e che quindi diventa anche un discorso di ritorno d’immagine, di incrementare magari anche i budget futuri, perché facendo il Giro ti fai conoscere ancora di più. Quindi ci sono varie situazioni che purtroppo non potremo mettere a frutto non avendo ottenuto la WildCard. Però, come ho detto, non è che c’è da fare polemiche, RCS è una società che decide gli inviti, hanno fatto la loro scelta, avranno valutato e noi ne prendiamo atto e andiamo avanti. I ragazzi sono motivati a fare bene, questa cosa del Giro non è che li ha stravolti a livello mentale, anzi vogliono dimostrare ancora di più quello che valgono.

Però in un certo senso le squadre escluse, oltre alla vostra mi viene in mente anche la Q36.5, riapre un po’ il tema della gestione della partecipazione alla grandi corse, perché negli anni passati, e potrebbe succedere anche quest’anno, alcune squadre WorldTour si sono presentate con formazioni che facevano capire che il Giro non era l’obiettivo primario della loro stagione. RCS è ovviamente obbligata ad averle alla partenza, però non sarebbe forse meglio, per il ciclismo in generale e per le squadre Professional, pensare a un sistema diverso di inviti ai Grand Tour?
Sì, quello sì. Come è sempre successo, essendo affiliati in Italia, abbiamo sempre avuto un vantaggio [per gli inviti], le squadre italiane hanno sempre avuto un piccolo vantaggio in più rispetto a un’affiliazione straniera. In più c’è un discorso regolamentare WorldTour dove la squadre sono obbligate a partecipare a un Grande Giro ed effettivamente alcune squadre lo prendono un po’ come un ripiego. Lo dimostra il fatto della Lotto, che essendo Professional, però avendo il diritto di partecipare, ha deciso di non farlo, quindi questo magari è un po’ una mancanza di rispetto di certe squadre per una gara come il Giro. Però si sa che le squadre più grandi puntano a far bene ancora di più al Tour de France, quindi alcune volte vengono alle gare come il Giro d’Italia con un roster minore e magari durante il Giro ci sono altre gare che portano molti punti e quindi mandano i corridori a queste gare. Ad oggi il regolamento è questo, quindi non possiamo fare niente. Si può parlare di ipotesi, ma per come è la situazione RCS ha fatto questa scelta e noi non possiamo fare altrimenti. Posso solo essere dispiaciuto perché avevamo una bella squadra, credo la migliore italiana, almeno sulla carta, perché poi il ciclismo va dimostrato sulla strada. Però quando comincio a guardare i risultati dei miei corridori – Bonifazio che ha vinto tappa alla Parigi-Nizza e 23 gare tra i professionisti, tre podi al Giro d’Italia, giocarsi una Sanremo a 22 anni, uno Sbaragli che ha vinto una tappa alla Vuelta, Conti una tappa alla Vuelta e Maglia Rosa, Padun due tappe al Delfinato e via discorrendo – veramente ci pensi e ti dispiace ancora di più. Però, ripeto, non si può fare niente, noi possiamo solo fare il nostro meglio e cercare di fare una bella annata.

Negli scorsi mesi è stato accostato alla vostra squadra il nome di Domenico Pozzovivo: questo mancato invito al Giro d’Italia cambia qualcosa del vostro punto di vista? O vuoi smentire che ci sono stati dei discorsi con lui?
Dei discorsi ci sono stati, siamo stati contattati anche negli ultimi giorni. Però lui aveva sempre espresso il fatto di voler fare il Giro d’Italia, quindi non avendo la certezza non avevamo approfondito la cosa. Ora il Giro d’Italia non lo facciamo, quindi non so se lui ha altre trattative, magari anche con squadre che hanno ottenuto la WildCard, quindi non so cosa farà, se continuerà oppure se rivedrà i suoi piani e cercherà una squadra anche che non fa il Giro. Noi abbiamo avuto contatti fino anche a una settimana fa, però mai niente di affinato in maniera esplicita per andare a una trattativa finale.

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