Total Direct Energie, Jean-René Bernaudeau si scaglia contro misuratori di potenza, radioline e punteggi UCI: “Non è quello che i tifosi vogliono vedere”

Jean-René Bernaudeau torna a criticare il sistema dei punteggi UCI. In un’intervista rilasciata a L’Equipe infatti, il team manager della Total Direct Energie, da sempre contrario a questo sistema, si scaglia contro la troppa importanza che viene data ai punti per le classifiche UCI, che a suo avviso finirebbero per determinare gare nelle quali, piuttosto che tentare di vincere, i corridori cercano maggiormente di fare un piazzamento. Inoltre, il 63enne, da anni è contrario anche all’utilizzo delle radioline in gara e dei misuratori di potenza, che toglierebbero ulteriore imprevedibilità alle competizioni e frenerebbero quei ciclisti che corrono seguendo soprattutto l’istinto.

“La strategia per la gara è determinata durante il briefing – esordisce Bernaudeau – i misuratori di potenza e i punti UCI non dovrebbero essere decisivi in ​​una gara. Non è quello che i tifosi vogliono vedere. Al Tour gli spettatori erano lì perché Thibaut Pinot e Julian Alaphilippe avevano brio, il pubblico lo ha adorato. Nessuno può discuterlo. Non credo che avessero bisogno di un auricolare nel finale della tappa a Saint-Étienne o sul Tourmalet. Hanno scelto loro il momento“.

Un manager – prosegue l’ex corridore – non è in grado in un decimo di secondo di determinare il momento in cui una gara viene decisa. E non ci vengano a dire che gli auricolari sono necessari per la sicurezza, perché questo è un falso problema. Quando William Bonnet cadde al Tour 2015, è stato perché alla radio tutti dicevano di stare davanti. Lì gli auricolari hanno causato la caduta piuttosto che prevenirla”.

Nonostante la critica al sistema dei punteggi, Bernaudeau ammette che quest’anno la squadra ha corso per cercare di fare più punti possibili, in modo da essere la miglior squadra Professional e avere così il diritto di partecipare alle competizioni WorldTour nel 2020, obiettivo poi raggiunto: “Avevo bandito le parole ‘top 10’ e ‘punti UCI’ dal mio dizionario, perché la gara era diventata noiosa, solo un gioco di numeri. Ma ora ho dovuto riutilizzarle. I corridori preferirebbero avere un posto nella top 10 con i punti piuttosto che correre il rischio di vincere la gara. Abbiamo corso ossessivamente per guadagnare il maggior numero possibile di punti e siamo in testa, nonostante la stagione sfortunata di Niki Terpstra”.

Infine, il manager francese non si sbilancia ancora su quali saranno gli obiettivi per la prossima stagione: “Lilian Calmejane vorrebbe correre il Giro, vedremo se sarà possibile. Vogliamo continuare a guadagnare punti per mantenere il nostro primo posto, ma non sarà facile. La Arkéa-Samsic ha preso Quintana e Bouhanni, quindi in futuro sarà più costoso avere un posto al Tour, lo si potrà ottenere solo con un’importante sforzo di squadra”.

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