CajaRural-RGA, Josu Etxeberria esce dall’ospedale dopo 26 giorni: “Felice di poterlo raccontare, al momento non penso alla bici”

Josu Etxeberria ha lasciato ieri l’ospedale. Ricoverato per 26 giorni, 13 dei quali in terapia intensiva, di cui otto in coma indotto, il ventitreenne della Caja Rural – RGA ha inoltre in questo periodo subito anche tre importanti interventi chirurgici, di cui due al volto. Il giovane spagnolo, professionista dal 2021 e il cui contratto con la formazione iberica, dopo un rinnovo arrivato nei mesi scorsi, scadrà nel 2024, era stato investito il 15 novembre da un’auto mentre si allenava in bicicletta sulle strade di casa e si era temuto per la sua vita vista la gravità dell’incidente, del quale praticamente non ha ricordi, come spesso accade in queste situazioni traumatiche.

“È stato uno spavento molto grande e per quello che è stato sto migliorando giorno dopo giorno – le prime parole affidate al Diario de Navarra, che lo ha intercettato mentre usciva dalla struttura ospedaliera in sedia a rotelle, accompagnato dai suoi familiari – Sono felice di poterlo raccontare questa volta”. Ovviamente, l’augurio è che possa al più presto tornare alla normalità, progressivamente correre in bicicletta e riprendere la sua carriera. “Quando mi sono svegliato in terapia intensiva non sapevo dove fossi, perché ero lì, cosa mi fosse successo… non ricordavo nulla – aggiunge – Ero uscito per allenarmi e mi sono svegliato in ospedale. Man mano che ti dicono le cose, inizi ad assimilare la situazione. Non avevo mai avuto un incidente così grave, sono felice di essere vivo e di poterlo raccontare“.

Nel violentissimo scontro con l’auto, il corridore ha riportato la frattura della mascella, dello sterno, di diverse costole, del polso, del bacino e di entrambe le tibie, oltre a ferite e abrasioni su tutto il corpo. Nel 2022 Etxeberria aveva già subito nella terza tappa della Ronde de L’Oise, in Francia, un altro incidente terribile, in cui si era fratturato sei vertebre, ma, paradossalmente, l’intervento al quale si è sottoposto ad Amiens per ricostruire la schiena è stato provvidenziale affinché l’incidente di novembre non avesse conseguenze fatali.

Quelle placche mi hanno salvato la vita – sottolinea – È stato uno spavento enorme e ho pensato a tutto. So che tutto ciò che viene da adesso accade giorno dopo giorno. Vedremo quanto mi costa rimettermi in piedi, riuscire a sostenermi, camminare da solo ed essere più autonomo. Poi vedremo quel che il corpo mi consentirà di fare”.

Al momento lo aspetta un lungo periodo di recupero: ci vorranno infatti almeno un paio di mesi prima di poter camminare in autonomia e un lungo lavoro riabilitativo e fisioterapico per ritrovare la mobilità. Per il navarrese non è infatti ancora il momento di pensare alla bicicletta: “I medici mi hanno detto che a poco a poco dovrei muovermi di più, sarà il corpo stesso a dirmi quanto e cosa possa fare. Alla bici non ci sto proprio pensando in questo momento, non ci penso perché il recupero richiederà molto tempo […] La prima cosa sarà riuscire a sostenermi, poi camminare, poi pedalare. Se possibile, prima a casa e poi in strada. Ma vedremo… giorno per giorno”.

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