Adriatica Ionica Race 2023, Moreno Argentin sulla cancellazione: “Tutta una manovra per mettere in cattiva luce me”

Moreno Argentin e il suo staff danno la loro versione sulla cancellazione della Adriatica Ionica Race 2023. In una accorata conferenza stampa la direzione della giovane corsa italiana che si sarebbe dovuta svolgere nelle scorse settimane conferma la propria rabbia e delusione per quanto successo, con la Lega Ciclismo e la Federazione che hanno revocato l’autorizzazione portando così alla cancellazione a meno di 24 ore dal via. Un caos che non è piaciuto a nessuno, dai corridori agli enti locali dove si doveva correre, dagli appassionati agli uomini dello staff delle squadre, molti dei quali si erano già recati sul posto, non avendo risposte.

“Una vicenda risolta malamente per via di circostanze che non dipendono dall’organizzazione della corsa né tantomeno da Moreno Argentin – spiega l’avvocato Fiorenzo Alessi – Vulpis ha detto durante una riunione che il comandante della PolStrada aveva posto un limite dei pagamenti relativi al 2023 al 20 settembre 2023, cosa non vera. Il 2022 era stato già saldato. La Lega ha chiesto pretestuosamente una fideiussione che non era necessaria solo per ostacolare la gara. Il 20 abbiamo fatto un comunicato che ci era stato richiesto dalla lega, dicendo che Argentin si sarebbe assunto tutti gli impegni che sarebbero eventualmente sorti. Ma Vulpis era andato già prima di quel comunicato a parlare con il Prefetto de l’Aquila dicendo che la gara non aveva i requisiti di sicurezza. Nella giornata del 21 stavamo portando a termine tutto quel che serviva ed era pronto anche il comunicato in cui dicevamo che eravamo pronti per la gara, ma Di Cintio, quando gli chiedevo di revocare il provvedimento di mancata autorizzazione, diceva che dovevamo dire solo quello che avevamo concordato con loro e Vulpis non mi ha più risposto quel giorno. Che motivo avevano di fare così? Perché Argentin era dissidente in merito alla questione dei diritti televisivi, così come un altro campione impegnato nell’organizzazione delle corse”.

Anche Argentin entra nel merito di alcuni importanti dettagli, in particolare quelli legati alla sicurezza, tra i punti chiave che hanno portato alla cancellazione: “I due direttori di corsa e il capo delle motostaffette hanno dato le dimissioni, ma avevano ricevuto quello che dovevano ricevere per il 2022. Vulpis e Di Cintio sono andati dal prefetto con queste dimissioni sostenendo che questi erano problemi di sicurezza. Ma le istituzioni tutte volevano che questa gara si facesse. Nel nostro mondo non è mai successo che la Lega del Ciclismo chiedesse un incontro a un prefetto. Se un direttore di corsa ha un problema, si cambia. E invece no. Non ci hanno avvisato nulla e non ci hanno invitato all’incontro con il prefetto. Ma il Prefetto, comunque, non ha emesso nessun provvedimento di sospensione. È tutta una manovra per mettere in cattiva luce me, perché io in passato non mi sono espresso bene nei confronti di Dagnoni. È un danno per tutti i territori che sarebbero stati coinvolti dalla corsa.

Quindi, cosa succederà in futuro? “Io la vorrei riproporre nel 2024 – spiega Moreno Argentin – Ho già chiesto a David Lappartient (presidente UCI, ndr), ma lui mi ha mandato una mail dicendo che la Federazione italiana non ha incluso la corsa in quelle da mettere in calendario“.

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