UCI, presentato il nuovo protocollo sulla commozione cerebrale

L’UCI ha presentato un nuovo protocollo per quanto riguarda la commozione cerebrale (SRC) che verrà applicato a partire dal 2021. Diversi esperti internazionali, medici, scienziati e neurologi, hanno lavorato per oltre un anno, sotto la supervisione del direttore medico dell’UCI, il professor Xavier Bigard, all’elaborazione di questo protocollo. Vengono stabilite misure specifiche per il ciclismo, in cui le risposte all’SRC che, secondo la ricerca rappresenta tra l’1,3% e il 9,1% degli infortuni, variano in modo significativo a seconda della disciplina (ciclismo su strada, ciclismo su pista, mountain bike, BMX Racing, BMX Freestyle, ciclocross, trial e ciclismo indoor).

Secondo l’UCI è importante la formazione dei professionisti non sanitari (allenatori, direttori sportivi, meccanici e corridori) per riconoscere i segni di sospetta SRC poiché sono molto spesso le prime persone ad arrivare sul posto dopo la caduta di un corridore. Il protocollo elenca inoltre tutti i sintomi che devono essere tenuti in considerazione per valutare una possibile commozione cerebrale (sensazione di stordimento o stordimento, problemi di equilibrio, mal di testa, linguaggio confuso, problemi di vista). Nel caso che venissero riscontrati questi sintomi, spetterà poi al medico di corsa confermare la diagnosi. Il protocollo stabilisce anche le raccomandazioni per il ritorno alle gare di un corridore che abbia subito una commozione cerebrale, il periodo di riposo completo dovrebbe essere tra le 24 e le 48 ore e non tornare in corsa per almeno una settimana dopo che la scomparsa dei sintomi (due settimane nel caso dei giovani).

Xavier Bigard, il direttore medico dell’UCI, ha spiegato: “La questione della commozione cerebrale legata allo sport era una delle mie priorità, insieme all’abuso del tramadolo, quando sono arrivato all’UCI nel 2018. Ora anche il ciclismo ha le sue linee guida per la gestione della SRC (valutazione iniziale, diagnosi, recupero e ritorno alla competizione). Questo protocollo si applica a tutte le discipline, tenendo conto delle loro caratteristiche specifiche. Renderà più facile identificare i casi i singoli casi SRC e comprendere meglio il loro impatto nella traumatologia ciclistica”.

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