Morte Davide Rebellin, il Gip respinge la richiesta di patteggiamento del camionista che lo ha investito

Wolfgang Rieke andrà a processo per la morte di Davide Rebellin. Il Gip (giudice per le indagini preliminari) del tribunale di Vicenza, Roberto Venditti, ha infatti respinto la richiesta di patteggiamento avanzata nelle scorse settimane dagli avvocati del camionista tedesco che il 30 novembre 2022 investì e causò la morte del corridore vicentino. Il legali di Rieke avevano chiesto di patteggiare una pena di 2 anni e 11 mesi di carcere, e nella giornata di ieri avevano riformulato la richiesta proponendo una pena più alta di un anno, ma il giudice ha rigettato l’istanza e ha rinviato a giudizio Rieke, che dovrà sostenere un processo per il reato di omicidio stradale con l’aggravante della fuga.

Il camionista 63enne comparirà quindi in aula per la prima udienza del processo, che è stata fissata al 22 aprile 2024. Nel frattempo, Rieke resterà nel carcere di Vicenza, dove è detenuto dallo scorso agosto dopo che le autorità tedesche lo avevano estradato in Italia, dando seguito al mandato di arresto europeo.

Siamo soddisfatti di questo rigetto e ringraziamo ancora la magistratura per il lavoro svolto e per l’attenzione riservata al caso di Davide – ha commentato il fratello di Rebellin, Carlo, a Il Gazzettino – Ora aspettiamo con ansia l’udienza del 22 aprile, e confidiamo in una condanna più pesante ed equa rispetto a quella proposta nel patteggiamento: se il giudice l’ha rigettata significa che lui per primo non l’ha ritenuta congrua al crimine commesso”.

“Un incidente può succedere, ma il comportamento tenuto da Rieke dopo l’investimento fa troppa rabbia – ha proseguito il fratello di Rebellin – Il video del sinistro, che abbiamo visto più volte, documenta chiaramente come sia rimasto sul posto per diversi minuti accanto al corpo esanime di mio fratello per poi scappare approfittando del fatto che non c’era nessuno a fermarlo. Capisco l’agitazione del momento, ma poi ha avuto tutto il tempo per riflettere su ciò che ha commesso; anche le scuse ce le ha inviate dopo mesi, e presumibilmente sono state dettate dal suo avvocato. Una condotta orribile che va perseguita e punita adeguatamente“.

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