Davide Rebellin, il camionista che lo ha ucciso è rimasto per 15 minuti vicino al corpo e ha provato a cancellare i segni dell’incidente con la saliva

Emergono nuovi e agghiaccianti dettagli riguardo all’incidente che ha causato la morte di Davide Rebellin. Come tristemente noto, lo scorso 30 novembre il 51enne è stato investito e ucciso dal camionista tedesco Wolfgang Rieke, che a più di sette mesi dall’incidente sarà estradato in Italia per rispondere dei reati di omicidio stradale e omissione di soccorso. Nel frattempo, però, dalle carte dell’inchiesta della procura è possibile ricostruire con precisione quanto avvenuto quel drammatico giorno di fine novembre, aggiungendo dettagli ai fatti finora noti, a partire dal fatto che sarebbe bastato che il camionista inserisse la freccia, mentre svoltava nel parcheggio del ristorante, per accorgersi della presenza di Rebellin.

Il sistema di telecamere installato su molti tir (compreso quello di Rieke) per annullare gli angoli ciechi dei mezzi pesanti, infatti, si attiva solo se vengono inserite le frecce, cosa che, purtroppo, il conducente non ha fatto in questo caso. Le immagini delle telecamere, ma in questo caso quelle del ristorante, riprendono inoltre il sobbalzo che il camion effettua mentre investe lo sfortunato campione, smentendo quindi le parole di Rieke, che aveva dichiarato di non essersi accorto di aver investito un uomo.

Emerge inoltre come il camionista, diversamente da quanto creduto inizialmente, non è fuggito subito dopo l’incidente, ma è rimasto per 15 minuti vicino al corpo di Rebellin, provando poi a cancellare le tracce della collisione con il ciclista dal paraurti del proprio tir usando la saliva prima di risalire sul mezzo e scappare, utilizzando strade secondarie per tornare in Germania. Un comportamento che, secondo il giudice di Vicenza, evidenzia una “stupefacente assenza di alcun segnale di rimorso” da parte di Rieke.

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