Mondiali CX Tabor 2024, il passo di addio di Zdeněk Štybar: “Finisco dove avevo iniziato, l’ultimo giro l’ho fatto in lacrime”

È finita la carriera agonistica di Zdeněk Štybar. Il corridore ceco, 38 anni, ha affrontato l’ultima gara del suo percorso durante i Mondiali di Ciclocross di Tábor 2024, proprio in quella località che lo ha visto iniziare a pedalare e da dove è partita la sua parabola, che lo ha portato a vincere tre maglie iridate di specialità. Qualche settimana prima Štybar aveva posto fine anche alla sua lunghissima esperienza su strada, settore in cui ha fatto grandi cose, soprattutto nel secondo decennio di questo secolo: nella sua bacheca ci sono una tappa al Tour de France, una alla Vuelta a España, ma, soprattutto, la Strade Bianche 2015, la E3 Harelbeke 2019 e due posti d’onore alla Parigi-Roubaix.

Grande interprete delle Classiche del Nord, il ceco è stato una bandiera della QuickStep, nelle sue varie denominazioni, vestendone i colori dal 2011 al 2021. Poi, c’è stato anche un biennio alla Jayco-AlUla, periodo in cui sono però mancate le soddisfazioni. Come detto, però, il percorso di Štybar è iniziato nel ciclocross, è lì è finito, con il ceco in azione nella gara che ha incoronato Mathieu van der Poel e poi festeggiato sul podio, dalla famiglia e dagli appassionati presenti all’appuntamento iridato.

“Ho provato tantissime emozioni – le parole di Štybar raccolte da Het Laatste Nieuws – È stata una settimana speciale, così come tutto il periodo dopo le festività di fine anno. Poi, qui, sono anche caduto all’ultimo giro… da un lato ho potuto godermi il momento più a lungo, ma dall’altro è stato un peccato perché sono stato fermo poco, il tempo di riprendere fiato. All’improvviso, in quel momento, ho sentito davvero i tifosi che c’erano. È stato incredibile e mi sono trovato a versare lacrime durante l’ultimo tratto di gara. E mi sono commosso anche sul palco, alla fine”.

Štybar, che un Mondiale di ciclocross lo aveva vinto proprio a Tábor, nel lontano 2010, sottolinea: “Non avrei potuto chiedere un addio migliore. La mia carriera è iniziata e finita qui, con tantissime persone intorno. Ho mal di testa a causa di tutte le urla che arrivavano dai tifosi. È stato incredibile, un momento che non dimenticherò mai e per il quale sarò sempre grato. Sul palco, poi, è stato tutto ancora più speciale: ho ottenuto tante coppe e tanti trofei nel corso della mia carriera, grazie ai miei genitori e alle tante persone che mi sono state accanto nei momenti brutti. Poter vivere questo momento con i miei cari intorno era tutto ciò che volevo. Grazie”.

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