FCI, Di Rocco: “La Sky avrebbe dovuto fermare Froome, spero venga fuori la decisione migliore”

Renato Di Rocco approfondisce la sua posizione riguardo la positività di Chris Froome. Augurandosi che non si ripeta una situazione simile a quella che del 2011, quando Alberto Contador conquistò il Giro d’Italia, prima di essere squalificato, il presidente della Federazione Ciclistica Italiana riflette anche sul comportamento della Sky in seguito all’annuncio della positivitià al salbutamolo del suo capitano. Tra i temi caldi anche inevitabilmente ancora la Grande Partenza da Gerusalemme, che tiene sempre banco visto che comunque a giorni dovrebbe arrivare l’annuncio delle WildCard.

Il presidente della FCI non ha dunque nascosto le sue perplessità per la mancata sospensione del corridore da parte della squadra britannica visto che “altre squadre lo avrebbero sospeso”, mentre la Sky ha deciso di non farlo e “non ci sono altre possibilità che venga fermato”. Complice il nutrito collegio di difesa che sicuramente schiererà Froome, il vicepresidente UCI ha ribadito inoltre come sia “difficile stabilire le tempistiche” per una risoluzione del caso visto che ora il Keniano Bianco e la sua squadra si stanno occupando “di una valutazione scientifica e solo dopo si passerà a quella legale”. A prescindere dall’esito finale, la speranza di Di Rocco è che “venga fuori la decisione migliore, la più chiara e trasparente“, così da mettere la parola fine a insinuazioni e polemiche.

L’attenzione di Di Rocco poi si è rivolta al Giro d’Italia, in particolar modo alla Grande Partenza dall’estero. Anche questa scelta ha alimentato diverse polemiche, ma per il presidente del FCI lo sport in questo caso può dare un segnale opposto, portatori di “un linguaggio unico e abbatte le frontiere“. Ad esempio, in quest’ottica vanno prese come esempio le prossime Olimpiadi Invernali, con la conseguente “apertura dei dialoghi fra Corea del Nord e Corea del Sud”. Poche perplessità anche per quanto riguarda l’aspetto sicurezza visto che “quando ci sono grandi eventi le garanzie di sicurezza vengono aumentate”.

Il presidente, si mostra in generale soddisfatto dell’evoluzione del movimento azzurro, augurandosi che si possa continuare su questa scia, malgrado “quattro anni persi” per la gestione anglosassone che non si è dimostrata “equa e stabile per l’evoluzione del ciclismo”. Alla ricerca di miglioramenti, il dirigente abruzzese nota come nel nostro paese “manchi la vocazione governativa in supporto allo sport”.

In questo contesto, sottolinea come il ciclismo in particolare possa essere invece un forte strumento di “promozione del territorio”, in grado di appassionare il pubblico, andandolo sostanzialmente a prendere a casa. Una forza di penetrazione unica che in altri paesi sembrano aver capito meglio, come dimostra l’esempio francese in cui “squadre professionistiche sono sponsorizzate a livello governativo”, una dalla lotteria nazionale, la FDJ, altre da enti regionali, che a vario titolo investono nel ciclismo.

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