Doping, Cardoso chiede le controanalisi: “Mai preso sostanze illegali”

André Cardoso proclama la sua innocenza. Non negativo all’EPO in un controllo fuori competizione il 18 giugno, il corridore della Trek – Segafredo ha dunque richiesto “una controanalisi sul campione B nel minor tempo possibile” nella speranza di poter essere scagionato da qualcosa che spiega di non aver commesso. In un intervento sui social a cui ha affidato il suo commento alla vicenda, il ciclista portoghese si professa un “atleta pulito” e che crede “in uno sport pulito”, per il quale spiega di aver sempre “cercato di avere un’influenza positiva nel gruppo e sui giovani”.

“Mi rendo conto che questa notizia mette una nube nera non solo su di me, ma anche sul nostro sport, la mia squadra, i miei compagni e lo staff – scrive il 33enne lusitano – Prima di tutto queste persone sono mie amiche e colleghi, per i quali ho un rispetto illimitato e non avrei mai fatto qualcosa che avrebbe messo loro, i loro familiari e la loro reputazione a rischio. Sono pienamente consapevole che passerò per colpevole, ma è importante per me dire che sono devastato da questa notizia e voglio specificare che non ho mai preso sostanze illegali. Ho visto in prima persona, nel corso della mia carriera, gli effetti terribili dei farmaci che migliorano le prestazioni hanno avuto sul nostro sport e non vorrei mai far parte di questo”

In attesa del responso, il corridore è stato sospeso dalla squadra e dall’UCI, che inizierà la eventuale procedura di sospensione una volta ricevuti questi risultati, attesi durante il Tour de France, al quale il corridore avrebbe dovuto partecipare e nel quale è stato sostituito da Haimar Zubeldia. “La mia grande speranza è che il campione B si riveli negativo e mi scagioni da ogni errore – conclude Cardoso – Fino ad allora, spero che tutti quelli che mi conoscono mi credano quando dico che sono innocente e che i miei colleghi ed appassionati di ciclismo non mi giudichino troppo in fretta in questo momento difficile”.

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