Caso Froome, si passa direttamente al Tribunale?

Continuano le ipotesi intorno a quanto stia succedendo dietro le quinte del Caso Froome. Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, dopo un lungo scambio di incartamenti vari (“documentazioni, perizie, materiale”…) tra gli esperti Sky e dell’Ufficio Legale AntiDoping dell’UCI, la vicenda sarebbe ora già in mano al Tribunale Antidoping Indipendente, creato dall’UCI stessa nel 2015. Se la procedura solitamente vede una prima valutazione da parte del LADS, che può decidere se assolvere o sospendere il corridore, la possibità di andare direttamente in Tribunale c’è, quindi fin qui niente di strano. Può essere una scelta specifica del collegio difensivo del corridore, volta anche ad ottenere più tempo. I motivi “possono essere tanti – si legge sul quotidiano rosa – Anche una mancata posizione univoca dei legali dell’UCI sulla vicenda o una scelta dello stesso Froome”.

Se questa ipotesi dovesse essere confermata, “la vera partita si giocherà davanti al Tribunale, composto da un giudice unico con potere totale“. La cerchia dei nomi è ristretta, con la Gazzetta che anticipa che si tratta di uno fra il danese Bachmann, il tedesco Haas, l’americano Wisnosky, il greco Zagklis e il francese Zylbersterin” (tutti uomini, ma questa è un’altra storia). La decisione finale verrà presa sentite entrambe le parti e da quel momento potrebbe iniziare tutta una nuova fase, non necessariamente più veloce. Se il giudice potrebbe infatti valutare che le carte presentategli “sono sufficienti per capire la vicenda”, potrebbe altresì anche optare per nuove consultazioni con altri esperti, oppure chiedere ulteriori esami e perizie, che inevitabilmente porterebbero a tempi ancor più lontani.

Il tutto mentre Mauro Vegni chiede all’UCI di prendere una posizione chiara sulla vicenda, dandogli anche garanzie affinché una volta che il Keniano Bianco sia – eventualmente – al via della Corsa Rosa, il suo risultato non debba essere sub judice

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