Pagelle Strade Bianche 2022: altro capolavoro di Pogacar, Valverde è immortale – Alaphilippe è sfortunato ma ci mette il cuore, Petilli e Rota salvano l’Italia

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), 10 e lode: Ormai si sprecano gli aggettivi per il fenomeno sloveno, corridore sempre più completo e sempre più vincente, che dimostra una maturità incredibile nonostante i soli 23 anni. Nessuno aveva mai provato (o per lo meno, era riuscito) ad imporsi alla Strade Bianche dopo un attacco iniziato da così lontano, ben 50 chilometri, e dopo essere anche rimasto coinvolto nella caduta avvenuta a 100 chilometri dal traguardo; ma lui invece ci prova e, gestendosi benissimo fino all’arrivo, riesce a conquistare l’ennesimo gioiello della sua ancor giovane carriera. La sua bacheca, ormai, comincia a essere piuttosto affollata…

Alejandro Valverde (Movitar), 9,5: Se a vincere è un giovane fenomeno, al suo fianco sul secondo gradino del podio sale un fenomeno di longevità come l’Embatido, che a quasi 42 (!) anni e nell’ultima stagione della sua lunghissima carriera è sempre lì a giocarsela con i migliori. Rimasto coinvolto e attardato dalla maxi caduta ai -100 dalla conclusione, dopo essere rientrato lo spagnolo mette anche i suoi uomini a lavorare, e nei momenti chiave della corsa si fa trovare pronto. Nel finale, poi, ne ha per rientrare su Asgreen, collaborare con lui e poi staccarlo sul duro strappo di Via Santa Caterina.

Kasper Asgreen (Quick-Step Alpha Vinyl), 8,5: Doveva essere la prima alternativa ad Alaphilippe in casa Quick-Step Alpha Vinyl, e dopo la caduta del campione del mondo, lo è stata. Il vincitore del Giro delle Fiandre dello scorso anno è uno dei più attivi sugli ultimi tratti di sterrato, quando però Pogacar è ormai lontano più di un minuto. Le sue accelerazioni, comunque, sono decisive per selezionare il gruppetto che poi va a giocarsi le altre due posizioni sul podio, con il danese che riesce quindi a concludere al terzo posto, buon risultato in vista di una primavera che potrebbe vederlo ancora protagonista.

Attila Valter (Groupama-FDJ), 8: Tra le più grosse sorprese di giornata, l’ungherese arriva a sfiorare il podio dopo una gara dove non è particolarmente protagonista, ma nella quale ha il merito di non mollare mai e correre con intelligenza. Nel finale, infatti, ha le energie per rimontare diversi corridori davanti a lui, andando così a conquistare un ottimo quarto posto alla sua prima partecipazione.

Pello Bilbao (Bahrain Victorious), 8: Corridore di fondo, lo spagnolo esce alla distanza, attaccando a poco più di cinque chilometri dal traguardo e rimontando alcune posizioni, cosa che gli consente di migliorare il risultato dello scorso anno, con un quinto posto finale che ne conferma la duttilità e costanza.

Quinn Simmons (Trek-Segafredo), 8: Altro giovane talento (deve ancora compiere 21 anni), già lo scorso anno aveva dimostrato un buon feeling con questa gara, e solo la sfortuna l’aveva privato di un bel risultato. Quest’anno conferma di essere a suo agio sullo sterrato toscano e di avere un buon motore, che gli permette di rimanere con i migliori e di chiudere con un buon settimo posto, correndo anche in maniera offensiva.

Jhonatan Narvaez (Ineos Grenadiers), 8: All’attacco una settimana fa alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne, il 25enne ecuadoriano si dimostra in buona condizione e a suo agio in questo tipo di corse. Sempre molto attento nelle fasi più importanti della gara, alla fine riesce a portar casa un bel sesto posto.

Tim Wellens (Lotto Soudal), 7,5: È tra i più pimpanti, tanto che prova diverse volte ad attaccare, anche poco prima dello scatto decisivo di Pogacar. Successivamente, riesce a rimanere con Asgreen, Valverde, Narvaez e Simmons quando il danese accelera ad una ventina di chilometri dal traguardo, ma nel finale si spegne un po’ riuscendo comunque a salvare la top ten.

Julian Alaphilippe (Quick-Step Alpha Vinyl), 7,5: La brutta caduta a 100 chilometri dall’arrivo influisce pesantemente sulla sua gara, ma il transalpino dimostra la sua classe inseguendo (con l’aiuto dei compagni di squadra) per tanti chilometri per rientrare in gruppo. Dopo esserci riuscito, si mette quindi a disposizione di Asgreen quando capisce che, per le energie spese e le botte prese, non potrà fare la differenza come è solito fare, dopo averci provato in prima persona.

Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers), 7,5: Quando Pogacar attacca sul Monte Sante Marie, lo spagnolo è l’unico che quasi riesce a riportarsi su di lui. Per diversi chilometri, poi, rimane a pochi secondi dallo sloveno, ma pian piano inizia a perdere terreno e alla fine viene ripreso dal gruppo. Tatticamente di certo non perfetto, ha comunque il merito di averci provato.

Simone Petilli (Intermarché-Wanty-Gobert): 7,5: In una corsa che ultimamente vede raramente protagonisti i corridori italiani, lui è il primo degli azzurri al traguardo. Una bella top ten e una buona prestazione dopo essere rimasto attardato nella caduta al pari del compagno di squadra Lorenzo Rota (7), che poi ha chiuso al tredicesimo posto.

Sergio Higuita (Bora-hansgrohe), 7: Alla prima partecipazione alla Strade Bianche, il colombiano centra subito la top ten, pur senza farsi vedere granché, fallendo anche il momento in cui gli inseguitori son partiti per giocarsi i piazzamenti. Per le sue caratteristiche, nei prossimi anni potrebbe essere tra i protagonisti di questa gara, che oggi lo ha visto all’apprendistato.

Marco Brenner (Team DSM), 6,5: Il più giovane del gruppo con i suoi 19 anni, il talento tedesco si inserisce nella fuga iniziale di nove corridori ed è uno degli ultimi a essere ripreso, proseguendo con determinazione il suo percorso di crescita.

Simon Clarke (Israel-Premier Tech), 6: L’australiano è uno dei più attivi; scatta in più di un’occasione senza però riuscire a fare la differenza, e forse spreca troppe energie. Nel finale, infatti, perde il treno giusto, terminando piuttosto lontano dai migliori.

Jakob Fuglsang (Israel-Premier Tech), 5: Dopo la maxi caduta, è uno dei corridori che prova ad avvantaggiarsi, ma dopo che il grosso del gruppo riesce a rientrare, il danese sparisce praticamente dai radar.

Greg Van Avermaet (Ag2r Citroen), 4,5: Era tra i possibili favoriti, ma proprio nel momento chiave della corsa, sul Monte Sante Marie, si spegne e si stacca da un gruppo ancora abbastanza numeroso. Fa di poco meglio il compagno di squadra Benoit Cosnefroy (5), che avrebbe dovuto essere la prima alternativa al belga ma che riesce per poco a entrare nei primi 30.

Miguel Angel Lopez e Gianni Moscon (Astana-Premier Tech), sv: La sfortuna li colpisce in due momenti chiave della corsa. Il trentino è vittima di un problema meccanico sul Monte Sante Marie, proprio poco dopo l’attacco di Pogacar; il colombiano rimane appiedato all’inizio del terz’ultimo tratto di sterrato, quando era ancora nel gruppo dei migliori all’inseguimento dello sloveno.

Tiesj Benoot (Jumbo-Visma), Michael Gogl (Alpecin-Fenix), Michael Matthews (Team BikeExchange-Jayco), Matej Mohoric (Bahrain Victorious), sv: Tra i possibili protagonisti di giornata, sono tutti e quattro vittime della maxi caduta avvenuta a 100 chilometri dal traguardo, che li costringe al ritiro.

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