Vuelta a España 2019, Top/Flop del Giorno

La nostra rubrica che, tra il serio ed il faceto, traccia il bilancio della giornata appena conclusasi alla Vuelta a España 2019.

TOP

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates): Non ha nemmeno 21 anni e corre già da campione affermato, non solo con gambe ma anche con tanta testa. Quando si scatena la bagarre tra i big, lui sale del suo passo, senza sprecare energie. Poi, quando Quintana attacca, è abile a seguirlo e ancor di più a staccarlo, involandosi così verso la sua prima vittoria in un GT, la sesta di una stagione d’esordio da sogno. Giovane fenomeno che nei prossimi anni è destinato a scontrarsi nelle gare a tappe con un altro giovane fenomeno, Egan Bernal. Ci sarà da divertirsi.

Primoz Roglic (Jumbo-Visma): Non prende la Maglia Rossa per soli sei secondi, ma alla fine dei conti è probabilmente lui che, tra gli uomini di classifica, esce meglio da questa tappa. Corre avendo contro due squadre come Astana e Movistar che fanno di tutto per isolarlo e metterlo in difficoltà, ma lui non si scompone e sale del suo passo, riuscendo nel finale a staccare lo sfortunato Lopez e a rimanere con Valverde. Dopo il giorno di riposo, ci sarà la cronometro a lui favorevole, dove potrà guadagnare del tempo importante sui suoi avversari.

Carl Fredrik Hagen (Lotto Soudal): Per il secondo giorno consecutivo, riesce a centrare la fuga. Ci si potrebbe però aspettare che, vista la tappa del giorno precedente, dove di certo non si era risparmiato, il norvegese si stacchi subito sulle impegnative salite andorrane. Invece così non è, anzi riesce ad arrivare undicesimo appena dietro ai big (e anche anticipandone qualcuno), salendo addirittura in sesta posizione in classifica generale. Certo, probabilmente non durerà, ma questo sesto posto è un premio per il coraggio e per la resistenza mostrati in questo finale di prima settimana.

FLOP

Marc Soler (Movistar): Nulla da eccepire sulla tappa dello spagnolo. Fa tutto perfettamente, entra nella fuga di giornata e negli ultimi chilometri rimane in testa da solo, lanciato verso la vittoria. Poi viene fermato dall’ammiraglia per aspettare e aiutare Quintana ed è qui che si guasta la sua giornata. Il 25enne scuote ripetutamente la testa, non vuole rinunciare al successo personale e manda anche a quel paese l’ammiraglia. Umanamente comprensibile, ma se accetti di partire col ruolo di gregario, allora devi accettare anche queste decisioni. Alla fine si ferma e aiuta il capitano, ma resta l’immagine poco bella, sintomo che forse il clima in casa Movistar non sia proprio sereno.

Fabio Aru (UAE Team Emirates): Purtroppo, ancora una volta, una tappa difficile per il sardo. Probabilmente ancora dolorante dopo la caduta di una settimana fa, il Cavaliere dei Quattro Mori arriva al traguardo con più di mezz’ora di ritardo, dicendo addio anche alle possibilità di top ten. Ci chiediamo (e probabilmente se lo chiede anche lui) dove sia finito quel corridore che, quattro anni fa, sullo stesso traguardo, indossava la Maglia Rossa per la prima volta.

Pierre Latour (Ag2r La Mondiale): Riesce ad entrare nella fuga di giornata, ma a differenza di alcuni suoi compari d’avventura (tra cui l’ottimo compagno di squadra Geoffrey Bouchard) si stacca presto, finendo a quasi un quarto d’ora dai primi e dicendo anche lui addio alla possibilità di una top ten. Partito con ben altre ambizioni in questa Vuelta, ora dovrà necessariamente reinventarsi, per cercare di salvare un’annata decisamente negativa.

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