Innsbruck 2018, forfait di Fabio Aru!

Fabio Aru rinuncia a partecipare alla prova in linea dei mondiali di Innsbruck 2018. Il corridore della UAE Team Emirates lo ha annunciato con un lungo messaggio tramite il proprio profilo ufficiale di Facebook, adducendo come motivazione la condizione fisica lontana da quella desiderata. Il sardo ha partecipato alla Vuelta a España 2018 senza riuscire a lottare con i migliori della classifica generale né a competere per una vittoria di tappa. L’esperienza in Spagna è stata peggiorata da una brutta caduta all’inizio dell’ultima settimana, che ha ulteriormente intaccato una situazione già difficile, in una stagione decisamente deludente. Il selezionatore Davide Cassani lo aveva comunque inserito nella lista dei preconvocati, ma il classe ’90, dopo aver parlato con lui, ha deciso di farsi da parte.

Questo il messaggio pubblicato da Aru sul proprio profilo: “Nelle ultime settimane e nelle recenti gare ho cercato di fare del mio meglio per dare segnali significativi, in vista del Mondiale. Purtroppo, la mia condizione non è quella che vorrei e, con ogni probabilità, non mi consentirebbe di onorare al meglio la convocazione in Azzurro.
A malincuore, dopo essermi consultato con il commissario tecnico Davide Cassani, ho preso la decisione di rinunciare alla convocazione della Nazionale Italiana per i Campionati del Mondo di Innsbruck”.

Il vincitore della Vuelta a España 2015 spiega poi le sue ragioni: “È una scelta sofferta ma basata sul mio amore e rispetto verso la Maglia Azzurra. Credo sia giusto lasciare spazio a chi, in questo momento, può contare su una condizione migliore. Auguro il meglio ai miei colleghi che cercheranno di tenere in alto i colori dell’Italia sul tracciato di Innsbruck”. Per il corridore della UAE Team Emirates probabilmente l’ultima speranza per provare a rilanciare la stagione rimane Il Lombardia, anche se potrebbe decidere di terminare in anticipo l’annata negativa per puntare a rilanciarsi nel 2019. Intanto la sua scelta, di sicuro sofferta, dimostra ancora una volta l’umiltà del corridore.

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