Giro d’Italia 2019, Presentazioni Squadre: Bahrain-Merida

La Bahrain-Merida si schiera ai nastri di partenza del Giro d’Italia 2019 con l’obiettivo di rompere il ghiaccio in un appuntamento di tre settimane. Nella sua terza stagione in gruppo, infatti, la formazione emiratina non è ancora riuscita ad aggiudicarsi la classifica finale di un GT e ci riprova anche stavolta, nell’appuntamento in programma dall’11 maggio al 2 giugno, affidandosi al suo uomo di maggior spessore, esperienza e talento. Sia nell’edizione del Centenario che un anno fa, però, non sono mancate le soddisfazioni parziali portate in dote da Vincenzo Nibali, trionfatore nel tappone con arrivo a Bormio, e da Matej Mohoric, che dodici mesi or sono ha fatto sua la frazione di Gualdo Tadino.

Tutti i riflettori saranno puntati ovviamente su Vincenzo Nibali. Alla ventunesima partecipazione in una corsa di tre settimane, lo Squalo dello Stretto si presenta ai nastri di partenza della Corsa Rosa per l’ottava e a due anni di distanza dal terzo posto ottenuto nel 2017 alle spalle di Tom Dumoulin e Nairo Quintana. Nelle sette apparizioni precedenti è salito cinque volte sul podio finale, due sul gradino più alto. Per centrare la tripletta, alla soglia delle 35 primavere, avrà bisogno di attingere a tutta la fantasia di cui dispone e che lo rende elemento unico in gruppo, rasentare la perfezione per tre settimane e non trovarsi la dea bendata di traverso come avvenuto all’Alpe d’Huez nel luglio scorso. Come di consueto nel recente passato, il percorso di avvicinamento non è stato caratterizzato da risultati particolarmente altisonanti, ma le prestazioni offerte tra Tour of the Alps e Liegi-Bastogne-Liegi hanno tracciato la strada giusta in una stagione in cui, per la terza volta in carriera, farà seguire l’avventura sulle strade del Belpaese alla presenza al Tour de France.

Persi i fratelli Izagirre, l’ex Astana potrà comunque contare su una batteria di compagni di buona caratura. La sua ombra nelle frazioni di montagna dovrà essere necessariamente Domenico Pozzovivo. Il lucano corre il Giro per la tredicesima volta, ha terminato per ben sei tra i primi dieci della generale e in due occasioni si è piazzato quinto. Fallita la possibilità di guadagnare quel podio che, se non altro per continuità, avrebbe meritato, il 36enne di Policoro è chiamato ora a svolgere una mansione diversa ma che ben gli si addice, a patto di aver recuperato pienamente la forma dopo la brutta caduta in cui è incappato durante la Freccia Vallone. Di spessore è anche l’acquisto di Damiano Caruso, che torna al Giro dopo quattro anni di assenza dopo l’ottavo posto del 2015. Il ragusano è uno dei gregari più affidabili in ambito internazionale quando la strada sale e, sebbene non abbia rubato l’occhio per i risultati conseguiti nei primi mesi con la nuova divisa, sarà un alleato prezioso durante la seconda e terza settimana.

Da un corregionale a un fedelissimo. Rimasto fuori dagli appuntamenti di tre settimane nella passata stagione, Valerio Agnoli si attaccherà il dorsale sulla schiena nella Corsa Rosa per la nona volta. Il 34enne di Fiuggi è il gregario per definizione per la sua capacità di tirare per lunghissimi tratti e di fare gruppo e per Nibali è anche, e soprattutto, un amico. Da lui ci si attende un gran lavoro nelle frazioni intermedie e nelle fasi iniziali delle grandi salite, dove verrà coadiuvato da Antonio Nibali. Il fratello d’arte è stato artefice di una crescita decisamente interessante nell’ultimo biennio e non a caso si è anche sbloccato tra i professionisti. A rendere quanto mai meritata la seconda convocazione consecutiva al Giro sono state le prestazioni sciorinate al Tour of the Alps, dove è stato costantemente l’ultimo tra i gregari dello Squalo a perdere le ruote del gruppo dei migliori in salita.

Sempre grazie a quanto prodotto all’ex Giro del Trentino si è guadagnato la chiamata Andrea Garosio, per il quale si tratterà della prima partecipazione in carriera in una gara di tre settimane. Il 25enne bresciano (lui e Antonio Nibali sono gli unici under 30 della truppa) sarà al servizio dei compagni nelle frazioni pianeggianti e particolarmente utile nei primi dieci giorni. Completa lo scacchiere la coppia slovena formata da Kristijan Koren e Grega Bole. Entrambi over 30, hanno dalla loro l’esperienza e i trascorsi giusti per rivestire un ruolo decisivo. Il primo ha otto partecipazioni alla Grande Boucle come “apprendistato” ed è un jolly spendibile su più fronti, essendo abile a tirare sia in pianura che quando la strada si inerpica. Il secondo, in mancanza di un vero e proprio velocista, potrebbe provare a tenere duro nelle frazioni miste per far valere poi quello spunto veloce che, sebbene non più esaltante come qualche anno fa, può ancora regalare qualche soddisfazione alla causa.

Un commento

  1. Sinceramente la presenza di Bole non la capisco visto che non ci sono velocisti e la squadra non è interessata alle tappe. Mi sarei portato Tratnik visto che è in ottima forma e si sarebbe potuto giocare un piazzamento nelle crono.

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