Un anno fa… Giro d’Italia 2019, Cassani: “Nibali e Aru possono vincerlo. Moscon e Colbrelli per i Mondiali del futuro”

Davide Cassani fa le carte al ciclismo italiano in concomitanza con il quinto anniversario da Commissario Tecnico della Nazionale di ciclismo. Il coordinatore delle selezioni azzurre è reduce da una stagione che gli ha portato in dote la prima medaglia, grazie all’oro conquistato da Matteo Trentin (Mitchelton-Scott) agli Europei di Glasgow, mentre va ancora a caccia di un metallo nelle rassegne iridate, con Gianni Moscon (Sky) che è stato a lungo in lizza per la vittoria sul difficile tracciato di Innsbruck ma ha poi pagato dazio sul muro finale di Gramartboden, dovendosi accontentare di un quinto posto che nulla toglie alla sua ottima e inattesa performance. A oltre tre mesi di distanza dall’inizio del Giro d’Italia (11 maggio-2 giugno), il ct ha parlato delle possibilità degli italiani nella Corsa Rosa e non solo.

“Speriamo si riesca a tornare a vincere almeno una classica – ha spiegato a settesere.it – mentre al Giro d’Italia possono lottare per la vittoria sia Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida) che Fabio Aru (UAE Team Emirates), anche se sarà dura perché occorre battere Tom Doumoulin (Sunweb) e altri forti corridori. Per quanto riguarda il Tour de France, invece, Nibali potrebbe essere della partita per la vittoria ma occorrerà vedere come uscirà dal Giro sia come condizione fisica che mentale. Comunque la stagione è iniziata molto bene grazie alla vittoria di Elia Viviani (Deceuninck-Quick Step) in Australia”.

Con il Mondiale nello Yorkshire che sembra poter favorire un corridore come Viviani, Cassani ha prodotto un’analisi a più ampio spettro sulle possibilità azzurre di tornare a conquistare quella maglia iridata che manca ormai dal lontano 2008: “Ci sono giovani che in proiezione possono essere papabili per ambire in futuro ad una maglia iridata come Gianni Moscon, Sonny Colbrelli (Bahrain-Merida), Matteo Trentin ed ovviamente Vincenzo Nibali e Fabio Aru. Non dimentichiamo che anche i vari Francesco Moser, Giuseppe Saronni, Gianni Bugno e Paolo Bettini, prima di emergere e consacrarsi hanno fatto molta gavetta”.

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