Jumbo-Visma, programmi a lunga scadenza: “Sogniamo di vincere il Tour de France con un corridore cresciuto nella nostra Academy”

La Jumbo-Visma è una squadra che ha progressivamente scalato le classifiche di rendimento, e di importanza, del ciclismo professionistico. La formazione neerlandese è cresciuta fino a portare Jonas Vingegaard a vincere il Tour de France 2022, la corsa più importante del mondo. In gara con la maglia giallonera pedalano campioni già affermati, come Wout van Aert, Primož Roglič, Tiesj Benoot e lo stesso Vingegaard, ma in casa Jumbo-Visma uno degli obiettivi dichiarati è quello di formare campioni direttamente in “casa”, sfruttando la squadra di sviluppo, che è attiva dall’inizio della stagione 2020.

“Vogliamo crescere noi stessi i nostri corridori più importanti – le parole di Robbert de Groot, capo del progetto Academy, raccolte da Sporza – Per farlo però ci vogliono tempo, energia e soldi. Ma abbiamo visto con Olav Kooij, Gijs Leemreize con i fratelli Mick e Tim van Dijke che è una cosa che si può fare. Come li troviamo? Suggerimenti, chiamate di procuratori ma anche, semplicemente, i risultati che i giovani ottengono nelle gare che affrontano. Poi, se pensiamo che il ragazzo ci può interessare, lo invitiamo a sostenere da noi test fisici e psicologici”.

Nel 2023, l’organico della Jumbo-Visma Academy vedrà anche due giovanissimi italiani, Dario Igor Belletta e Pietro Mattio. Con loro ci sono alcuni ragazzi più “anziani”, come i norvegesi Per Strand Hagenes, campione del mondo Juniores 2021, e Johannes Staune-Mittet, talenti già riconosciuti a livello internazionale. In totale, su 15 componenti, “solo” 7 sono neerlandesi: “Noi cerchiamo il meglio, che non sempre è riscontrabile sulla nostra scena nazionale. La prima spinta che ci ha portato ad aprire la squadra di sviluppo era comunque quella di portare più giovani in sella a una bicicletta. L’obiettivo finale, invece, è quello di vincere il Tour de France con un atleta cresciuto proprio nella nostra accademia”.

In squadra c’è anche un figlio d’arte, Axandre van Petegem, “erede” di quel Peter che ha scritto pagine di storia nelle Classiche del Nord negli anni ’90 e ’00: “Lui però avrà bisogno di tempo, dato che è reduce da un intervento chirurgico all’anca.  Ma quando è stato bene, ha fatto vedere di avere le qualità del papà: sarà un uomo da classiche, con un bello spunto finale”.

Un problema che si sta verificando con frequenza sempre maggiore è l’abbandono precoce della carriera da parte di giovani, anche talentuosi, che non riescono a sostenere le pressioni richieste per la vita di professionista: “Noi abbiamo un gruppo di psicologi che lavora nella nostra squadra. Il loro primo compito – le parole di De Groot – è quello di allenare i nostri allenatori in modo che possano rendarsi conto di eventuali problemi che possano condizionare i nostri ragazzi. E formiamo i nostri tecnici in modo che sappiano come affrontare queste situazioni”.

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