Doping, quattro anni di squalifica a Salas. Burgos-BH a rischio sospensione?
Ibai Salas è stato squalificato per doping. Il corridore della Burgos-BH non potrà correre per quattro anni a seguito di irregolarità nel passaporto biologico, riscontrata quest’estate. Il classe ’91 è la prima vittima del passaporto biologico introdotto dall’AEPSAD, l’agenzia antidoping della federazione spagnola. Ora la sua unica speranza è fare ricorso al TAD, il tribunale sportivo, per vedere modificata la sentenza. Lo stesso organo aveva riammesso alle corse l’atleta di Bilbao e Vicente Garcia De Mateos, sospesi in via cautelare dopo che erano state riscontrate le anomalie. Stavolta però sarà molto più difficile ribaltare l’esito del primo verdetto, soprattutto in presenza di un precedente simile.
L’UCI ha infatti squalificato per la stessa durata di tempo David Belda, che era stato trovato non negativo a un controllo nel 2017. Il caso vuole che anche quest’ultimo facesse parte della Burgos-BH, la quale ha subito rescisso il contratto. Secondo il regolamento dell’associazione ciclistica, una squadra con due casi di doping in dodici mesi può essere sospesa per un periodo dai 15 ai 45 giorni. La formazione spagnola è quindi in una situazione difficile, in attesa del verdetto sul caso di Igor Merino, trovato positivo all’ormone della crescita nel luglio 2018.
A complicare ulteriormente la posizione della Burgos-BH vi è la sua adesione al MPCC, il Movimento Per un Ciclismo Credibile. L’associazione prevede tra le sue norme che un team si autosospenda nel caso in cui siano riscontrati due casi di doping in un anno. Bisognerà ora valutare le scelte della squadra e soprattutto la reazione dello sponsor. Tempi duri per la formazione Continental Pro, invitata alla Vuelta a España 2018 e quest’anno vincitrice di una sola corsa in tutta la stagione, con Daniel Lopez nella dodicesima tappa del Tour of Quinghai Lake.
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